La protesta contro gli accordi alla Fiat, con Camusso (contestata perché non ha annunciato lo sciopero generale) e Landini. Il segretario dei metalmeccanici: "Dobbiamo porci il problema di come proseguire con la mobilitazione", e punta il dito contro il governo
Il popolo della Fiom arriva a Bologna da tutte le province dell'Emilia-Romagna (con 160 pullman), un giorno prima dello sciopero nazionale: in piazza Maggiore saranno 30mila, quando sul palco saliranno prima Maurizio Landini poi Susanna Camusso. Cori e applausi al segretario della Fiom, che attacca il governo e l'ad Sergio Marchionne, qualche fischio all'indirizzo dell'omologa della Cgil, che non parla di sciopero generale.
"Sciopero generale subito" è invece il leit motiv della manifestazione. Dietro al palco di piazza Maggiore uno striscione calato da Palazzo D'Accursio, sede del Comune. Un altro striscione sui gradini di San Petronio, a pochi metri di distanza. Gridano "sciopero" le tute blu che pochi minuti dopo le nove si incamminano da porta Saragozza verso piazza Maggiore, occupando i viali, da una porta all'altra. La cima del corteo - con Maurizio Landini e Susanna Camusso - , con lo striscione "Il lavoro è un bene comune" arriva a destinazione quando la coda della sfilata è forse un chilometro più indietro. In contemporanea gridano "sciopero" anche gli studenti, prima quelli medi, poi anche gli universitari, che partono e ritornano più volte nel corso della giornata su piazza Verdi, cuore del centro storico e dell'ateneo. La loro è una manifestazione di vicinanza, dopo che la Fiom, nei mesi scorsi, aveva sostenuto le proteste dentro e fuori le aule dell'Alma Mater.
In piazza Maggiore, che è un tripudio di bandiere rosse, l'avversario contro cui scagliarsi è non soltanto la Fiat ("Credo che se la Fiat diventasse un modello, questo metterebbe a rischio i diritti di tutti i lavoratori", parole di Landini), ma il governo. Attacca Maurizio Landini: "Sacconi non è un ministro, non fa quel che deve fare. Il governo e il presidente del Consiglio non affrontano i problemi di questo Paese, Berlusconi si vergogni. Questa piazza chiede un cambiamento perché questo Governo sta portando questo Paese alla deriva", e invita Fim e Uilm a "fermarsi": "Non tengono fuori solo la Fiom e la Cgil ma cancellano in questo Paese l'esistenza del sindacato confederale", fanno una cosa che è anche "contro la loro storia e la loro natura".
Poi è il turno di Susanna Camusso. Si rivolge ancora al ministro del Lavoro Maurizio Sacconi, ''ma lui pensa davvero che gli investimenti in questo paese vengono o non vengono in base al voto dei lavoratori? Oppure, piuttosto, in base all'immagine che dà il presidente del Consiglio, di cui ci vergognamo?''.
Ma fra i cori a sostegno anche dei fischi, perché il segretario non parla di sciopero generale. "
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