mercoledì 29 dicembre 2010

Marcegaglia, l'azienda che abbassa gli stipendi

Fonte: Luca Fazio - il manifesto
Contratto capestro per 200 neoassunti
MILANO. La situazione è difficile. Ma appellarsi al buon cuore della Confindustria di Emma Marcegaglia per arginare il ciclone Marchionne, come fa Susanna Camusso, segretario generale della Cgil, sarebbe come chiedere al gatto & la volpe di mettere al sicuro i risparmi di una vita. Basterebbe andare a vedere cosa sta succedendo proprio nelle aziende di famiglia del presidente di Confindustria per cambiare immediatamente strategia e interlocutore.
Il gruppo Marcegaglia (diretto da Steno, padre di Emma) ha intenzione di assumere 200 nuovi lavoratori negli stabilimenti di Casalmaggiore (Cremona), Gazoldo degli Ippoliti (Mantova) e Ravenna, con contratti di apprendistato per un massimo di 42 mesi. In tempi di crisi sembra una buona notizia, ma c'è un problema. «Vogliono assumere questi nuovi lavoratori - spiega Mirco Rota, segretario generale della Fiom Cgil Lombardia - senza applicare gli accordi integrativi sottoscritti negli anni tra l'azienda e le rsu, accordi che prevedono condizioni economiche migliori rispetto a quelle del contratto nazionale di lavoro». Assumono ma abbassano i salari, da 1.300-1.400 euro al mese si passerebbe a poco più di 1.000 euro, una miseria che verrebbe rimpolpata con aumenti graduali solo dopo dieci anni di lavoro. Infatti, i lavoratori che dopo i 42 mesi di apprendistato saranno assunti matureranno l'intero salario soltanto del 15% per ogni anno per i primi 5 anni, mentre il sesto anno del 25%.
Tanto per dare l'idea dell'ingordigia padronale - e stiamo parlando di un'azienda che storicamente ha sempre concesso aumenti ai lavoratori - non si possono non sottolineare le condizioni già vantaggiose del contratto di apprendistato (che da qualche anno si può utilizzare anche per i laureati e che di fatto consente al padrone di cacciare un lavoratore anche dopo tre anni e mezzo). Durante questo contratto, l'azienda non è obbligata a versare i contributi, riconosce esclusivamente le maggiorazioni di salario per il lavoro notturno e straordinario, e in più può inquadrare i lavoratori con due livelli inferiori rispetto alla loro qualifica (è la fine che fa il povero laureato di cui sopra...). Evidentemente non basta mai, anche in casa dei signori Marcegaglia.
La proposta di taglio del salario per i nuovi assunti verrà discussa il 12 gennaio nello stabilimento mantovano, anche se per i rappresentanti della Fiom c'è poco da discutere. «Sarà un no secco - dice Mirco Rota - perchè applicare quelle condizioni significherebbe cedere al ricatto, e così facendo si verificherebbe un abbassamento del salario di tutti i lavoratori che verranno assunti da aziende che non sono in crisi. La verità è che anche in un'azienda dove si era sedimentata una contrattazione sempre positiva è in atto un tentativo di cambiare registro a danno dei lavoratori».
Quando si dice che la «filosofia» Marchionne è destinata a fare scuola, forse si pecca di ottimismo.

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