Venerdì 19 novembre nel comprensorio di Brescia sarà sciopero generale di quattro ore con manifestazione da piazza Reppubblica alle ore nove. A deciderlo è stata oggi la partecipata assemblea generale dei delegati, delle delegate, dei pensionati e delle pensionate Cgil che si è tenuta nell'auditorium della Camera di Commercio in via Einaudi.
Lo sciopero territoriale, inserito in un contesto di iniziative di mobilitazioni locali e nazionali (la prossima sarà la manifestazione del 27 novembre a Roma), serve a ribadire che «il nostro futuro è nel lavoro», non un semplice slogan ma un sottolineare che solo ripartendo dai bisogni delle persone si potrà uscire in modo diverso da questa crisi.
I numeri della crisi economica ed occupazionale li ha ricordati il segretario generale Damiano Galletti nel corso della relazione introduttiva: aumento del 25% delle imprese fallite nel 2010 rispetto al 2009, esplosione della cassa integrazione straordinaria e in deroga (oltre 48 milioni di ore nei primi nove mesi del 2010, l'equivalente di 34mila lavoratori e lavoratrici a zero ore).
Dietro questi numeri ci sono famiglie in grandi difficoltà: la cassa integrazione o i contratti di solidarietà in grandi aziende quali l'Iveco (2.700 dipendenti), la Stefana (710), l'Alfa Acciai (800), con tutte le conseguenze per l'indotto che queste alimentano; la dura vertenza per la storica Cartiera di Toscolano rispetto alla quale, ha detto Galletti, «se si accetta quella ristrutturazione (non motivata peraltro da difficoltà industriali) viene cancellata una storia centenaria». A essere ricordate anche la crisi strutturale di filiera oramai di lunga data del comparto tessile, peggiorata dalla crisi attuale. I nomi, solo per farne alcuni, sono quelli della CITMAN, della NK, della TESSIVAL. Nel settore gomma-plastica non si vedono segni di ripresa, se non per alcuni specifici settori di nicchia. La chimica, di fatto, in provincia di Brescia non esiste più: l'ultimo caso è quello della WICTOR di Palazzolo, 70 addetti, fallita da poche settimane.
È questo il contesto che fa chiedere a Galletti, una domanda che rivolge agli altri sindacati e a tutti, «cosa altro serve per capire che è una crisi strutturale quella in atto nella nostra provincia?». «In questi due anni, come Cgil, abbiamo posto un argine alla deriva - ha proseguito il segretario della Camera del Lavoro -.Tanti sono gli accordi che abbiamo fatto a difesa dei posti di lavoro e il fatto che Brescia sia la provincia che in Italia ha siglato il più alto numero di contratti di solidarietà è significativo».
Tutto questo non è però sufficiente e il quadro è reso ancora più fosco dai tagli pesanti a sanità, scuola, assistenza, trasporti decisi dal governo Bossi-Berlusconi-Tremonti. Le stime parziali dicono di 300milioni di euro di tagli in Lombardia solo in Lombardia e di 120 milioni di euro di trasferimenti in meno ai Comuni bresciani. Non è un caso che Camera del Lavoro e Fp Cgil abbiano inviato una lettera ai 206 Comuni bresciani per sapere «in che modo le nuove norme decise nella manovra finanziaria d'estate influenzeranno l'attività di codesti Comuni e quali scelte verranno compiute in termini di riduzione dei servizi e/o licenziamenti del personale?».
«Due anni fa, nel novembre del 2008 - ha ricordato Galletti -, come Cgil Brescia avevamo promosso uno sciopero generale territoriale per dire che i costi della crisi non dovevano essere scaricati per intero sui lavoratori e sui pensionati, che serviva coraggio per una nuova politica industriale che valorizzasse la ricerca e l'innovazione, che servivano opere pubbliche diffuse sul territorio più attente all'ambiente e ai bisogni delle persone».
Di risposte non ce ne sono però state. Da qui la necessità di una nuova mobilitazione per dire che per uscire dalla crisi servono ricette nuove e che solo attraverso una redistribuzione della ricchezza più equa si potrà uscire in modo migliore dalla crisi. È questo il senso di uno sciopero «per l'occupazione, per migliori diritti e reddito, per un fisco giusto».
Le conclusioni sono state affidate al segretario generale della Cgil Lombardia Nino Baseotto.Nel corso della mattinata un applauso è stato dedicato alla neo eletta segretario generale della Cgil Susanna Camusso e un pensiero è andato anche a Massimo Roccella, giurista del Lavoro e collaboratore di lunga data della Cgil scomparso nella giornata di ieri.
Nel corso della sua relazione Damiano Galletti ha anche fatto cenno al processo (nel quale anche la Cgil si è costitutita come parte civile) per la strage di piazza Loggia del 28 maggio 1974. «Al di là di quella che sarà la sentenza, oramai imminente - ha sottolineato il segretario della Cgil - il processo ha ribadito in modo chiaro il ruolo attivo dei gruppi dell'estrema destra e dei servizi segreti nell'organizzazione e nella realizzazione della strage».
L'assembla dei delegati Cgil ha infine approvato un ordine del giorno nel quale «sostiene l'impegno profuso fin dall'inizio dalla Segreteria e da molti compagni e compagne per una rapida e giusta soluzione dei problemi risultati dalla sanatoria per colf e badanti immigrate».
Il documento «respinge le provocatorie dichiarazioni ed iniziative che, purtroppo da dentro l'Amministrazione Comunale, invece che concorrere a risolvere una questione riconosciuta da tutti nella sua fondatezza, intendono spostarla sul piano dell'ordine pubblico».
«Sulla scorta di esperienze consolidate della nostra organizzazione - prosegue l'ordine del giorno - l'Assemblea chiede che il Ministero dell'Interno riconosca il diritto al permesso di soggiorno per quanti e quante vivono la condizione obbligata e mortificante del lavoro nero. Da decenni questa è la sola via utile per governare il fenomeno dell'immigrazione. Non è mai valsa a nulla la via dei flussi d'ingresso programmati e nemmeno l'impossibile incontro tra domanda ed offerta di lavoro nei paesi di origine. Dentro questa sanatoria sbagliata, la concessione del permesso di soggiorno a chi denuncia il datore di lavoro in nero (anche a chi è incorso nel reato di clandestinità) è il solo modo per una soluzione giusta, oltre che l'unica possibile, per centinaia di uomini e donne che hanno pagato, solo considerando la provincia di Brescia, per regolarizzare la propria posizione dentro lo Stato italiano».
L'ORDINE DEL GIORNOAssemblea delegati e delegate Cgil: «Immigrazione, no alle provocazioni del Comune, aprire tavoli per soluzioni positive, partecipazione alla manifestazione di sabato 6 novembre»
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