giovedì 22 aprile 2010

Calunniati i tre di Emergency, Roma procede contro ignoti

La procura della Capitale apre un fascicolo sugli arresti in Afghanistan
I cooperanti arrivati a casa.Strada:«Confermate le nostre tesi, valuteremo azioni legali»
Calunniati perchè di fatto innocenti. Ne è convinta la Procura di Roma che ha annunciato di aver aperto un fascicolo «contro ignoti» per il reato di calunnia «aggravata e continuata » ai danni di Marco Garatti, Matteo Dell'Aira e Matteo Pagani.
Per i magistrati di piazzale Clodio, dunque, i tre operatori di Emergency sarebbero stati accusati ingiustamente «a seguito di notizie fornite dalle Autorità afgane - come spiega una nota diffusa dal procuratore capo, Giovanni Ferrara – preposte alla sicurezza al rappresentante diplomatico italiano a Kabul e qui riversate dal Ministero degli esteri tramite il reparto anticrimine del Ros di Roma». I tre, appena varcato il confine italiano, sono stati ascoltati a Como proprio dai carabinieri su delega del procuratore aggiunto Pietro Saviotti titolare dell'inchiesta aperta all'indomani dell'arresto dei cooperanti italiani a Kabul. I verbali sono stati poi subito secretati, proprio per effettuare una serena valutazione più serena.
La notizia non ha colto di sorpresa il fondatore della ong italiana, Gino Strada. «Abbiamo detto fin da subito che erano accuse assurde - ha commentato - Solo un tentativo di screditare il lavoro di Emergency. L'apertura di questo fascicolo conferma in pieno le nostre tesi». Strada ha inoltre annunciato che Emergency sta valutando se agire legalmente nei confronti di quelli che definisce «calunniatori italiani». In totale Garatti, Dell'Aira e Pagani hanno trascorso otto giorni da detenuti: i tre furono arrestati, insieme ad altri sei cooperanti afgani, il 10 aprile scorso al termine di un blitz nell'ospedale nella provincia di Helmand, effettato dai servizi di sicurezza locali. Gli operatori furono accusati star preparando un attentato kami-kaze contro il governatore della provincia, Gulab Manga. Nel corso del blitz, in una stanza della struttura ospedaliera, furono trovati giubbotti esplosivi, bombe a mano e armi. Il giorno successivo all'arresto il giornale britannico Times diffonde la notizia secondo cui i tre italiani avrebbero «confessato» il proprio ruolo nel complotto per uccidere il rappresentante governativo.
Una rivelazione che viene però smentita, a distanza di poche ore, dallo stesso governatore di Helmand. La svolta arriva domenica 18 aprile: i tre vengono rilasciati perchè ritenuti «non colpevoli».

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