Migliaia e migliaia in piazza a Brescia per i diritti e per un fisco giusto.
Adesioni al 60 percento nelle grandi fabbriche, in corteo anche gli studenti.
Piazza Loggia piena di studenti, lavoratori e pensionati. Un serpentone lunghissimo che, partito da piazza Repubblica, si è ingrandito sempre più e si è unito con il corteo dei lavoratori Iveco e degli studenti in piazza Garibaldi.
Numeri molto grossi questa mattina a Brescia, forse addirittura inattesi, per lo sciopero generale della Cgil per un fisco giusto, per un lavoro dignitoso e per i diritti dei migranti. Nelle fabbriche le adesioni sono state alte, superiori al 60 percento, e significative sono state le astensioni dal lavoro anche nei settori della F
unzione Pubblica e di altre categorie.
Diverse migliaia le persone in corteo, dietro lo striscione della Camera del Lavoro. Che a sua volta era preceduto da quello della Rsu della Federal Mogul di Desenzano, dove i lavoratori e le lavoratrici sono in presidio giorno e notte da oramai sei mesi per difendere il diritto al lavoro. Loro non si rassegnano e in questo parlano a tutti i lavoratori e le lavoratrici. A quelli in cassa integrazione, a quelli delle aziende in crisi, a chi il lavoro precario l'ha perso, a quelli che il lavoro ce l'hanno ancora ma hanno stipendi sempre più bassi.
Con loro anche gli studenti, in solidarietà con i lavoratori perchè le sorti sono simili, ma anche in difesa di una scuola pubblica che sempre più è sotto attacco. Un cartello spiega che «grazie a un decreto interpretativo il figlio di Bossi è stato ammesso ad Harvard» mentre uno striscione ricorda che «l'evasione è un furto». Già, anche ieri è stato ricordato: a pagare le tasse, in Italia, sono perlopiù lavoratori e pensionati. Per molti altri ci sono invece i condoni o lo scudo fiscale.
Adesioni al 60 percento nelle grandi fabbriche, in corteo anche gli studenti.
Piazza Loggia piena di studenti, lavoratori e pensionati. Un serpentone lunghissimo che, partito da piazza Repubblica, si è ingrandito sempre più e si è unito con il corteo dei lavoratori Iveco e degli studenti in piazza Garibaldi.

Diverse migliaia le persone in corteo, dietro lo striscione della Camera del Lavoro. Che a sua volta era preceduto da quello della Rsu della Federal Mogul di Desenzano, dove i lavoratori e le lavoratrici sono in presidio giorno e notte da oramai sei mesi per difendere il diritto al lavoro. Loro non si rassegnano e in questo parlano a tutti i lavoratori e le lavoratrici. A quelli in cassa integrazione, a quelli delle aziende in crisi, a chi il lavoro precario l'ha perso, a quelli che il lavoro ce l'hanno ancora ma hanno stipendi sempre più bassi.
Con loro anche gli studenti, in solidarietà con i lavoratori perchè le sorti sono simili, ma anche in difesa di una scuola pubblica che sempre più è sotto attacco. Un cartello spiega che «grazie a un decreto interpretativo il figlio di Bossi è stato ammesso ad Harvard» mentre uno striscione ricorda che «l'evasione è un furto». Già, anche ieri è stato ricordato: a pagare le tasse, in Italia, sono perlopiù lavoratori e pensionati. Per molti altri ci sono invece i condoni o lo scudo fiscale.
E se non si parte da qui, da quella che è una questione di giustizia, è difficile immaginare un futuro migliore e una uscita buona dalla crisi ancora in corso. Tra i temi anche l'ultimo attacco ai diritti, all'arbitrato che vorrebbe impedire a lavoratori e lavoratrici di avere giustizia, al Governo che utilizza la crisi per attaccare i diritti, a Cisl e Uil che (anche ieri) si prestano a questo gioco e continuano a sottoscrivere intese separate. 
«Che cosa hanno ottenuto Cisl e Uil in due anni di firme separate? - chiede Damiano Galletti, neo segretario della Camera del Lavoro bresciana -. In questi due anni durante i quali hanno cercato di mettere all'angolo la Cgil, sono migliorate o peggiorate le condizioni di lavoratori e pensionati?».
Una domanda retorica, che merita però una risposta. Le migliaia di uomini e donne che ieri hanno affollato piazza Loggia un'idea già ce l'hanno.
la giornata di sciopero nelle altre città
Dal sito della camera del lavoro di Brescia.
Presenti come sempre in manifestazione, molti lavoratori della CF Gomma.
In una crisi così profonda come quella che il nostro paese sta attraversando, non bisogna permettere a questi padroni affaristi, si aproffittino, con l’aiuto di questo governo, a toglierci i diritti e trasformarci tutti in precari.
STA AVVENENDO QUESTO, per questo scioperiamo, oltre che per un credito fiscale, e tutti i lavoratori, impiegati, tecnici devono capire e seguirci… perché lo stanno vivendo nella loro pelle, come ormai vengono sbattuti da una parte all’altra o messi in parte senza motivo, da continue alternanze di dirigenti, da noi come anche da altre aziende…… uniti si può fare qualcosa, altrimenti è sempre più complicata e dura.
Altri sindacati dicono che è uno sciopero politico, ma solamente perché ormai da tempo sono palesamente complici del sistema che stiamo vivendo.
«Che cosa hanno ottenuto Cisl e Uil in due anni di firme separate? - chiede Damiano Galletti, neo segretario della Camera del Lavoro bresciana -. In questi due anni durante i quali hanno cercato di mettere all'angolo la Cgil, sono migliorate o peggiorate le condizioni di lavoratori e pensionati?».
Una domanda retorica, che merita però una risposta. Le migliaia di uomini e donne che ieri hanno affollato piazza Loggia un'idea già ce l'hanno.
la giornata di sciopero nelle altre città
Dal sito della camera del lavoro di Brescia.

In una crisi così profonda come quella che il nostro paese sta attraversando, non bisogna permettere a questi padroni affaristi, si aproffittino, con l’aiuto di questo governo, a toglierci i diritti e trasformarci tutti in precari.
STA AVVENENDO QUESTO, per questo scioperiamo, oltre che per un credito fiscale, e tutti i lavoratori, impiegati, tecnici devono capire e seguirci… perché lo stanno vivendo nella loro pelle, come ormai vengono sbattuti da una parte all’altra o messi in parte senza motivo, da continue alternanze di dirigenti, da noi come anche da altre aziende…… uniti si può fare qualcosa, altrimenti è sempre più complicata e dura.
Altri sindacati dicono che è uno sciopero politico, ma solamente perché ormai da tempo sono palesamente complici del sistema che stiamo vivendo.
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