venerdì 29 gennaio 2010

Congresso Cgil, la maggioranza cambia le regole. Ed è scontro

«La maggioranza della Cgil cambia le regole del congresso a proprio vantaggio», grida la seconda mozione. «Affermazioni assolutamente destituite di ogni fondamento», replicano gli uomini del segretario generale Guglielmo Epifani. Il cammino congressuale che si concluderà a maggio è da poco iniziato, ma lo scontro è già durissimo tra le due "anime" del più grande sindacato italiano: quella rappresentata da "La Cgil che vogliamo", mozione sostenuta, tra gli altri, dai leader delle due categorie più forti tra i lavoratori attivi (Carlo Podda, segretario della Funzione Pubblica e Gianni Rinaldini, segretario dei metalmeccanici) e quella che si riconosce nel documento "I diritti ed il lavoro oltre la crisi", che ha come primo firmatario Epifani.
Ad accendere la miccia è stata la decisione assunta a maggioranza dalla Commissione di Garanzia di modificare una delle modalità di elezione dei delegati utilizzate negli ultimi congressi. Decisione contestata dai rappresentanti della seconda mozione, che si sono immediatamente autosospesi, dando il via a un durissimo scambio di accuse che è proseguito nella giornata di ieri. Circostanza, quest'ultima, che ha costretto Epifani a convocare in fretta e furia il direttivo per il prossimo 2 febbraio.
Oggetto: comunicazioni del segretario generale. Tutto parte dal fatto che il sindacato che in Cgil ha la maggioranza degli iscritti è lo Spi, la confederazione che rappresenta i pensionati.
La soluzione adottata negli ultimi congressi per evitare una "sovrarappresentazione" dei pensionati rispetto ai lavoratori attivi è stata quella di consentire allo Spi di eleggere delegati per un numero proporzionale al 50% dei propri iscritti, mentre il restante 50% dei delegati veniva dato alla Cgil come "quota di solidarietà". Con la modifica approvata, i delegati eletti nell'ambito della "quota di solidarietà" non saranno più distribuiti tra le diverse mozioni rispetto alle percentuali ottenute da ciascuna di essa, ma dovranno corrispondere al voto espresso dai pensionati.«Delegati attivi decisi sulla base del voto dello Spi: onestamente non mi sembra si possa parlare più di quota di solidarietà», commenta Carlo Podda. E Gianni Rinaldini rincara la dose: «La decisione del comitato di garanzia di deliberare a maggioranza questa modifica del regolamento, malgrado l'autospensione degli esponenti della mozione due, è gravissima. E' evidente che questo è un modo per stravolgere la platea congressuale».Accuse che Enrico Panini, responsabile d'organizzazione della Cgil, giudica «destituite di ogni fondamento», dal momento che «il Congresso della Cgil - argomenta Panini - si basa sul voto delle iscritte ed iscritti, sull'applicazione del proporzionale puro e rende impossibile ogni interpretazione tesa ad alterare il rigido rispetto del voto nella definizione dei delegati spettanti ad ogni mozione e nella determinazione del rapporto fra queste». La stessa intesa «fra segreteria della Cgil e Spi - prosegue il dirigente sindacale -, contestata da alcuni dirigenti, che mette a disposizione delle categorie dei lavoratori attivi una parte di posti spettanti a delegati appartenenti al Sindacato pensionati, si svolge nel rigido rispetto dei consensi ottenuti da ogni mozione nelle assemblee di base del sindacato pensionati». Il fatto che «a due terzi dei congressi di base già svolti, i ricorsi verso assemblee presentati alle Commissioni di Garanzia provinciali» risultino «inferiori, e di molto, a quelli presentati in occasione dei precedenti Congressi» dimostra, secondo Panini «la bontà ed il rispetto delle regole».Non la pensa così Rinaldini: «In questo congresso c'è un brutto clima. La mia impressione - afferma il leader della Fiom - è che in larga parte del paese si tenti di fare in modo che non ci sia una equa presentazione delle due mozioni. Al di là del regolamento, credo che tutti dovrebbero approcciare al congresso per favorire l'esercizio della democrazia e non puntare ognuno a fregare l'altro». A Nicola Nicolosi, coordinatore nazionale di LavoroSocietà, che invita i rappresentanti della seconda mozione a mettere da parte accuse «incomprensibili» e a lavorare per il bene della Cgil replica Podda: «Non so di che parla Nicolosi. Accusare chi dissente in modo democratico di provocare delle divisioni appartiene al bagaglio peggiore della cultura di sinistra del secolo scorso».
da liberazione del 29 gennaio 2010

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