lunedì 14 dicembre 2009

TRENZANO, RIUNIONI IN LINGUA ARABA “ VIETATE”

Singolare iniziativa del sindaco Andrea Bianchi contro il nuovo centro culturale islamico.
Mentre il consiglio vota no alla nascita di luoghi di culto per mussulmani nel Comune.
Le mozioni dei consigli comunali e i vincoli urbanistici ad hoc nei Pgt non bastano più. Di fronte al “rischio” che nel territorio comunale nasca un centro culturale islamico o – peggio - una moschea, infatti, i sindaci bresciani stanno dando libero sfogo alla fantasia.
Come ha fatto nei giorni scorsi il primo cittadino di Trenzano, Andrea Bianchi, che ha firmato un'ordinanza per vietare le riunioni in lingua straniera nel suo territorio. La decisione è arrivata qualche settimana dopo l'inaugurazione del nuovo centro culturale islamico, gestito da un'associazione culturale marocchina e ospitato in un immobile di proprietà di un ex assessore leghista dello stesso Comune. La polemica, però, si è subito fatta rovente. E Bianchi ha scelto un'originale “contromisura”, dando vita a un nuovo regolamento che disciplina “le riunioni pubbliche o in luoghi aperti al pubblico da parte di associazioni, comitati o enti che perseguano scopi culturali, religiosi o politici”.
Nel testo si prescrive che tutti gli incontri si svolgano in lingua italiana. Ma non solo: le associazioni saranno obbligate a comunicare per tempo (cinque giorni) al Comune tutte le loro iniziative, con l'obbligo di un preavviso di almeno un mese per quelle di carattere religioso. Un provvedimento che si somma al voto di sabato, quando la maggioranza - durante un consiglio straordinario - ha approvato una mozione per sottolineare la “contrarietà alla costruzione di moschee e centri culturali islamici nel comune”. Insomma: sull'obbiettivo dell'amministrazione di Trenzano non ci sono dubbi e il sindaco è stato altrettanto chiaro. «Spero che portino avanti comunque quel centro rispettando tutte le prescrizioni. Credo però che rinunceranno », ha detto Bianchi.
Ma se tra i suoi concittadini - e non soltanto tra gli elettori di centrodestra - molti la pensano come lui, anche il fronte della protesta si sta organizzando. L'opposizione, infatti, ha puntato il dito contro una scelta «tardiva e populista», sottolineando che la giunta «era a conoscenza da mesi dell'apertura del centro». Mentre la comunità islamica e i gruppi della sinistra alternativa starebbero già esplorando la via del ricorso legale. L'accusa, per l'ordinanza del sindaco, è quella di essere in contrasto con la Costituzione italiana, e in particolare con quegli articoli (il 19 e il 20) che sanciscono la libertà di espressione religiosa e affermano che “il carattere ecclesiastico e il fine di religione o di culto d'una associazione o istituzione non possono essere causa di speciali limitazioni legislative
da IL BRESCIA

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