Una grande giornata sindacale, la testimonianza di una società del lavoro sconfitta ma non pacificata. Tartassata prima dal liberismo sfrenato e poi dalla sua implosione, ferita da leggi che cancellano diritti conquistati in un secolo di lotte, privata dei contratti, privata del voto sugli accordi, privata del Testo unico sulla sicurezza, minacciata nel diritto dei diritti: quello di sciopero. In piazza, con la Cgil, la società del lavoro e quella del non lavoro, di chi vorrebbe lavorare e invece è a salario ridotto in cassa integrazione, oppure il contratto gli è scaduto, oppure dovrà trasmigrare con la sua laurea in tasca a Parigi o a Barcellona per provare a costruirsi un futuro. Una società del lavoro, del non lavoro e di chi ha lavorato quarant'anni per stringere in mano una pensione da fame, o solo una miserabile social card.
Presenti molti dei compagni del comitato politico di Brescia, insieme ai lavoratori delle maggiori fabbriche bresciane, un importante testimonianza, per ricostruire una presenza importante fra di loro ( e le bandiere e striscioni di rifondazione sia sabato, come il 13 febbraio erano moltissime in manifestazione).
Presenti molti dei compagni del comitato politico di Brescia, insieme ai lavoratori delle maggiori fabbriche bresciane, un importante testimonianza, per ricostruire una presenza importante fra di loro ( e le bandiere e striscioni di rifondazione sia sabato, come il 13 febbraio erano moltissime in manifestazione).
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