Quasi 3000 persone riempiono le strade di Brescia per la
celebrazione del Primo Maggio, la festa dei lavoratori. La dedica di
sindacati e internazionalisti ai morti del mar Mediterraneo
La città che non si arrende scende in piazza.
Quasi 3000 persone a Brescia per celebrare il Primo Maggio, la festa dei
lavoratori quest’anno dedicata ai morti del Mediterraneo. Come sempre
sono tre i cortei che riempiono le strade, nel giorno dedicato al
lavoro, “il vero respiro del mondo”. Uniti nel serpentone, separati nei
comizi: in Piazza Loggia quello ‘ufficiale’, sul palco i rappresentanti
di Cgil, Cisl e Uil. Poi Piazza Mercato che si riempie, con il corteo
internazionalista di Lotta Comunista. In Piazza Rovetta il gruppetto
degli antagonisti, quest’anno in forma ridotta anche per la concomitanza
della manifestazione anti-Expo, fermi sulle loro posizioni da sindacato
ultralocale.
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La dedica ai morti del mare, il Job Act, le difficoltà dell’Invatec e dell’Iveco, la Stefana e i lavoratori del commercio. Questi i temi che infiammano una piazza ancora piena, nonostante il ponte e nonostante la difficile convivenza – in particolare per la Cgil – con il Governo ‘amico’ del PD. Anche se forse proprio le sferzate del premier Matteo Renzi potrebbero aver finalmente risvegliato la voglia di autonomia del primo sindacato italiano.
Si parla dei morti del mare anche in Piazza Mercato. Si parla dell’Europa “che usa i cadaveri del Mediterraneo solo in funzione di un esercito europeo ancora in gestazione”. E l’ipotesi dell’intervento militare in Libia, “con la benedizione del Vaticano”. Si parla “dell’infame e ripugnante fenomeno del terrorismo, pazzi e somari, alimentato dai profitti del petrolio”. Ma anche e soprattutto del Primo Maggio, “la festa dei lavoratori in tutte le latitudini del mondo, un mondo ancora diviso ma che un giorno sarà unito”.
“Lavoriamo tutti nelle stesse fabbriche – gridano dal palco di Piazza Mercato – il linguaggio della
produzione ci accomuna. Dobbiamo essere uniti. Uniti nella lotta, in Europa e in Asia, in Africa e in America”. Prima di mezzogiorno le piazze cominciano a svuotarsi. Qualcuno si ferma sotto i portici, per il consueto aperitivo. Ma alle 13 Brescia è già deserta, vuota. Rimangono le bandiere, mosse dal (poco) vento. Rimane il ricordo di una canzone che hanno cantato tutti: in Loggia, in Rovetta, in Piazza Mercato. La canzone dell’Internazionale.
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Si parla dei morti del mare anche in Piazza Mercato. Si parla dell’Europa “che usa i cadaveri del Mediterraneo solo in funzione di un esercito europeo ancora in gestazione”. E l’ipotesi dell’intervento militare in Libia, “con la benedizione del Vaticano”. Si parla “dell’infame e ripugnante fenomeno del terrorismo, pazzi e somari, alimentato dai profitti del petrolio”. Ma anche e soprattutto del Primo Maggio, “la festa dei lavoratori in tutte le latitudini del mondo, un mondo ancora diviso ma che un giorno sarà unito”.
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produzione ci accomuna. Dobbiamo essere uniti. Uniti nella lotta, in Europa e in Asia, in Africa e in America”. Prima di mezzogiorno le piazze cominciano a svuotarsi. Qualcuno si ferma sotto i portici, per il consueto aperitivo. Ma alle 13 Brescia è già deserta, vuota. Rimangono le bandiere, mosse dal (poco) vento. Rimane il ricordo di una canzone che hanno cantato tutti: in Loggia, in Rovetta, in Piazza Mercato. La canzone dell’Internazionale.
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