Schulz
parla di fallimento per Triton. La Francia ammette di aver lasciato
sola l’Italia. E la Lituania accusa Frontex. L’Europa piange i morti, ma
non agisce.
Immagini della Guardia di finanza sui soccorsi nel Canale di Sicilia.(© Ansa)
Il giorno dopo l’ecatombe del Mediterraneo con centinaia di profughi morti in mare è tempo di mea culpa. Mentre il premier Matteo Renzi ha bacchettato l’Europa chiedendo un Consiglio dell’Unione europea straordinario sull’immigrazione,
da Bruxelles e da alcuni Paesi europei sono arrivate parole di condanna
per l’atteggiamento tenuto proprio dall’Ue sull’emergenza profughi.
Anche perché, in fondo, si tratta di una tragedia annunciata quella dei
migranti. E a confermarlo è stata lady Pesc Federica Mogherini, secondo cui la strage «non è un fulmine a ciel sereno» e sarebbe «paradossale essere sorpresi».
SCHULZ: «FATTO ABBASTANZA?». Così, mentre si contano i morti nel canale di Sicilia (secondo le cifre comunicate dall’Unhcr nel 2014 sono stati 3.500 e fino ad aprile sono già oltre 1.500) dell’ultima tragedia, il presidente dell’europarlamento Martin Schulz è intervenuto per precisare che l’Ue «non può continuare a esprimere il suo cordoglio e il giorno dopo la tragedia continuare come se nulla fosse».
Insomma, anche per il tedesco quelle di Bruxelles sono lacrime di coccodrillo: «Dobbiamo interrogarci e chiederci se abbiamo fatto abbastanza per salvare le vite di questi profughi disperati», s’è chiesto dalle pagine de La Repubblica.
TRITON NON ADATTA. Il nodo, in realtà, riguarda la decisione dell’Ue di mettere fine a Mare Nostrum perché considerata una missione che «incoraggiava nuovi esodi»: peccato, tuttavia, che con Triton, come detto da Schulz, «il numero di persone che tenta la traversata non è diminuito». E anzi, la nuova operazione cui partecipano 29 Paesi è che costa circa 2,9 milioni di euro al mese, «non può funzionare perché non ha i mezzi e non ha il mandato per funzionare».
MAGGIORE POTERE A FRONTEX. Mentre Mogherini, per porre fine alle tragedie, ha suggerito di «impedire che i barconi partano» ma senza certo voler militarizzare il Mediterraneo né dare vita a un blocco navale come invece ha suggerito il leader della Lega Nord Matteo Salvini, la presidenza lettone di turno dell’Ue ha chiesto «una rapida azione per prevenire ulteriori perdite di vite». E ha puntato su un maggiore impegno di Frontex, l’istituzione europea il cui scopo sarebbe il coordinamento del pattugliamento delle frontiere esterne aeree, marittime e terrestri degli Stati Ue, ma che, in realtà, non ha risolto il dramma dei profughi.
SCHULZ: «FATTO ABBASTANZA?». Così, mentre si contano i morti nel canale di Sicilia (secondo le cifre comunicate dall’Unhcr nel 2014 sono stati 3.500 e fino ad aprile sono già oltre 1.500) dell’ultima tragedia, il presidente dell’europarlamento Martin Schulz è intervenuto per precisare che l’Ue «non può continuare a esprimere il suo cordoglio e il giorno dopo la tragedia continuare come se nulla fosse».
Insomma, anche per il tedesco quelle di Bruxelles sono lacrime di coccodrillo: «Dobbiamo interrogarci e chiederci se abbiamo fatto abbastanza per salvare le vite di questi profughi disperati», s’è chiesto dalle pagine de La Repubblica.
TRITON NON ADATTA. Il nodo, in realtà, riguarda la decisione dell’Ue di mettere fine a Mare Nostrum perché considerata una missione che «incoraggiava nuovi esodi»: peccato, tuttavia, che con Triton, come detto da Schulz, «il numero di persone che tenta la traversata non è diminuito». E anzi, la nuova operazione cui partecipano 29 Paesi è che costa circa 2,9 milioni di euro al mese, «non può funzionare perché non ha i mezzi e non ha il mandato per funzionare».
MAGGIORE POTERE A FRONTEX. Mentre Mogherini, per porre fine alle tragedie, ha suggerito di «impedire che i barconi partano» ma senza certo voler militarizzare il Mediterraneo né dare vita a un blocco navale come invece ha suggerito il leader della Lega Nord Matteo Salvini, la presidenza lettone di turno dell’Ue ha chiesto «una rapida azione per prevenire ulteriori perdite di vite». E ha puntato su un maggiore impegno di Frontex, l’istituzione europea il cui scopo sarebbe il coordinamento del pattugliamento delle frontiere esterne aeree, marittime e terrestri degli Stati Ue, ma che, in realtà, non ha risolto il dramma dei profughi.
La Francia: «L’Europa non è stata all’altezza della situazione»
Dalla Francia, invece, è arrivato un
messaggio che inchioda Parigi alle sue responsabilità per quanto sta
accadendo in mare. «Su questa tragedia non siamo stati all’altezza della
situazione», ha riferito il portavoce del governo di Parigi, Stephane
Le Foll rispondendo a una domanda sul ruolo dell’Europa. Non un vero mea culpa,
ma una presa di posizione importante: con la guerra contro Muammar
Gheddafi, la Francia ha contribuito non poco a trascinare nel caos la
Libia, da dove partono la maggior parte dei disperati.
AL FIANCO DELL’ITALIA. Sempre da Oltralpe, poi, è arrivata la condanna della «politica di immigrazione dell’Ue» da parte dell’eurodeputata francese Eva Joly (ecologisti) che ha parlato di «fallimento morale» dell’Europa.
Parigi, inoltre, sempre per bocca del portavoce del governo francese, ha poi spiegato che «c’è una presa di coscienza collettiva» sul tema dei naufragi in Mediterraneo e che «non si può lasciare l’Italia da sola di fronte a un tema del genere».
L’ALLARME DI GENTILONI. Una risposta, quest’ultima, sia all’appello di Renzi sia a quello del titolare della Farnesina Paolo Gentiloni che dal Lussemburgo, per la riunione dei ministri degli Esteri europei, ha detto che «non è più sostenibile una situazione in cui a una emergenza europea si risponda solo con risorse e impegni italiani»: «Questa è un’emergenza europea», è stato il grido di Gentiloni, volato in Ue per avere «risposte impegnative».
Per ora dall’Europa sono arrivate condanne degli scafisti e lacrime per i troppi morti in mare. Ma di azioni concrete e funzionali per arginare il dramma dei migranti, all’orizzonte se ne vedono ancora poche.
AL FIANCO DELL’ITALIA. Sempre da Oltralpe, poi, è arrivata la condanna della «politica di immigrazione dell’Ue» da parte dell’eurodeputata francese Eva Joly (ecologisti) che ha parlato di «fallimento morale» dell’Europa.
Parigi, inoltre, sempre per bocca del portavoce del governo francese, ha poi spiegato che «c’è una presa di coscienza collettiva» sul tema dei naufragi in Mediterraneo e che «non si può lasciare l’Italia da sola di fronte a un tema del genere».
L’ALLARME DI GENTILONI. Una risposta, quest’ultima, sia all’appello di Renzi sia a quello del titolare della Farnesina Paolo Gentiloni che dal Lussemburgo, per la riunione dei ministri degli Esteri europei, ha detto che «non è più sostenibile una situazione in cui a una emergenza europea si risponda solo con risorse e impegni italiani»: «Questa è un’emergenza europea», è stato il grido di Gentiloni, volato in Ue per avere «risposte impegnative».
Per ora dall’Europa sono arrivate condanne degli scafisti e lacrime per i troppi morti in mare. Ma di azioni concrete e funzionali per arginare il dramma dei migranti, all’orizzonte se ne vedono ancora poche.
dal blog SINISTRA OSPITALETTO


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