sabato 6 settembre 2014

FESTA CGIL - Patto per il lavoro: Aib e Cgil si parlano ma restano distanti

IL CONVEGNO. Alla festa in via Folonari le due organizzazioni si sono incontrate, sul palco anche il sindaco Del Bono

Patto per il lavoro: Aib e Cgil si parlano ma restano distanti

Bonometti e Galletti: priorità diverse. Gli industriali: «Flessibilità e meritocrazia». Il sindacato: «Evasione fiscale e contributiva»



Se Brescia uscirà dalla crisi non è ancora dato saperlo. Di certo non lo farà grazie al patto per il lavoro o «Patto per Brescia» che dir si voglia. Il presidente dell´Associazione industriale bresciana Marco Bonometti ieri lo ha rilanciato davanti alla platea riunitasi nel cortile della Cgil in via Folonari, ma il tema continua a non incontrare l´interesse del sindacato guidato da Damiano Galletti. Un´ora e mezza di discussione per rimanere al punto di partenza: priorità e ricette diverse oltre ad un giudizio, che emerge dalle parole di Galletti, che marca le differenze: «Noi vogliamo tutelare la contrattazione collettiva ma anche l´indipendenza delle Rsu, e soprattutto puntiamo a migliorare le condizioni di lavoro esistenti, non a peggiorarle». Un giudizio all´interno del quale stanno ragioni, che qualcuno considera forse «pregiudizi», che la Cgil ribadisce non da ieri. Forse su un solo punto i due si sono trovati d´accordo: a Brescia serve unità di intenti da parte dei corpi intermedi nell´interesse dell´industria manifatturiera e dei lavoratori. Sul «che fare» la distanza rimane siderale, anche se poi, a conti fatti, quando il segretario evoca i contratti di solidarietà, finisce per riferirsi ad un modello che - non senza criticità e opposizioni - è stato di volta in volta applicato anche senza stare in un patto generale, a testimonianza che forse non è così lontana la «nuova cultura in cui l´impresa non è nemico ma bene sociale» invocata da Bonometti.

BEL DIBATTITO, ricco di spunti, ma alla fine le priorità non coincidono e nemmeno il giudizio sull´attualità. Tanto meno quello sulla situazione reale delle relazioni industriali. Bonometti e Galletti, come naturale che fosse, hanno preso per sè tutta la scena, ma alla fine, nonostante il tentativo del presidente Aib di sintonizzarsi con la platea parlando di «lavoro, di importanza della mano d´opera e delle professionalità», i due parlano lingue diverse. E il loro ping pong ha dato per lunghi tratti l´impressione che i due si cimentino non solo su campi diversi ma anche in sport diversi. Bonometti ha chiesto di focalizzare l´attenzione su «flessibilità, professionalità e meritocrazia, per riconquistare la produttività perduta ed arrivare così a dare più qualità al lavoro». Galletti ha subito sottolineato due dimenticanze: «evasione fiscale e contributiva» ma anche «necessità di redistribuzione del reddito». E sul piano delle relazioni industriali ha giocato l´affondo: «L´autorità salariale del sindacato è persa da tempo, ci sono azienda in difficoltà perchè per bypassarci hanno dato superminimi fuori dal mercato. Noi difendiamo la contrattazione collettiva anche per gli imprenditori, per dare la possibilità di arrivare al cosiddetto lavoro buono».
UN CONCETTO, quello del lavoro buono, sollevato da Sergio Albertini, che ha provato a mischiare le carte indicando nella crescita e nel costo del lavoro per unità prodotta i due termini sui quali concentrarsi, anziché parlare di deficit e di costo del lavoro in sé, ovvero di due elementi che fin qui non hanno portato a risolvere i problemi che stanno alla base della crisi. Nel quadro generale la Cgil - con tutte le distanze del caso - sembra immedesimarsi in Emergency, che Andrea Belardinelli inquadra come organizzazione: «che interviene negli stati di necessità, ma punta soprattutto a spiegare alle popolazioni i loro diritti». Un tema noto: non elargire solo pesci ma insegnare pure a pescare.
I due leader di Aib e Cgil sono stati intervallati dagli interventi del sindaco di Brescia Emilio Del Bono, che ha messo in campo elementi interessanti; in primis il ritorno degli investimenti: «nel 2014 - ha affermato - abbiamo la potenzialità per raddoppiare i 10 milioni del 2013»; quindi il pressing su A2A: «che abbiamo sollecitato ad investire sul territorio, perché questo deve essere uno dei suoi obiettivi visto quello che dal territorio trae in termini di fatturato»; infine il tema del capitale pubblico-privato: «che altrove funziona ed anche qui può portare un circolo virtuoso», aprendo così all´idea che ha in mente per gli assetti futuri della Centrale del latte.
MA QUANDO tra Galletti e Bonometti è ripreso il botta e risposta le distanze sono rimaste. Entrambi estremamente pragmatici, su questo non c´è dubbio. Bonometti ha rilanciato: «io voglio trovare il lavoro domani mattina perchè il problema di oggi è l´occupazione, per questo chiedo di rendere flessibile il mercato del lavoro», la risposta altrettanto secca: «nella meccanica - ha affermato Galletti - già si lavora nei week end: discutere non è un problema, ma sancire con un patto che questa diventi la regola non è ammissibile, io non posso e non voglio incatenare le categorie, noi dobbiamo migliorare le condizioni anche quando si tratta di secondo livello: vogliamo salvaguardare le Rsu e la loro indipendenza, per questo stiamo ben attenti a cosa scriviamo in un patto».

dal BRESCIAOGGI




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