sabato 7 settembre 2013

Lavoro & ambiente? «Sì, sono compatibili»

IL DIBATTITO. Ieri il penultimo degli «Aperitivi» organizzati dalla Cgil. Stasera ci sarà il sindaco

Secondo Carmine Trecroci di Legambiente, occorre lavorare di fantasia, «indicendo concorsi di idee rivolti a cordate di aziende per progetti sostenibili»

Lavoro e ambiente: se n´è discusso ieri sera nell´ambito degli incontri che la Cgil ha organizzato in questo fine settimana e che si svolgono all´interno del cortile di via Folonari.
Silvia Spera, componente della segretaria provinciale, ha introdotto il dibattito, «voluto con l´intenzione di stimolare progetti e idee» in una fase di metamorfosi nella quale «tutti i soggetti in campo, sindacato compreso, devono essere chiamati a governare il cambiamento in atto». Alla domanda su quali proposte riguardanti la città possano risultare efficaci, a fronte di una situazione difficile nella quale, ha puntualizzato Spera, «il patriottismo municipale invocato dal sindaco non può bastare», ha risposto Carmine Trecroci di Legambiente.
HA ESORDITO lamentando un dato non incoraggiante: «Le risorse pubbliche per risanare Brescia e per rimediare al suo profondo deterioramento sul piano della qualità dell´ambiente e della salute dei suoi abitanti, sono quantificabili con una cifra uguale a zero». Constatato che le casse cittadine languono, «per avviare il processo di riqualificazione, le istituzioni devono convincere le imprese a considerare le bonifiche come processi che scatenano la crescita economica, alla stregua di un detonatore che innesca una fase di sviluppo immediato». Per ingolosire gli imprenditori e dare vita a un circolo virtuoso occorre lavorare di fantasia, «indire, ad esempio, concorsi di idee rivolti a cordate di aziende perché presentino progetti sostenibili autofinanziati». Regione e Comune potrebbero garantire nei confronti degli istituti bancari, «favorendo la disponibilità al credito».
Roberto Romano, membro del Forum degli economisti di Cgil, ha introdotto il suo ragionamento sfatando un luogo comune: «Non è assolutamente vero che l´industria manifatturiera italiana non abbia investito». Lo ha fatto nella direzione sbagliata, in controtendenza rispetto ad altri Paesi, più avveduti e lungimiranti: «Si è speso tantissimo in macchinari, provocando un eccesso di capacità produttiva focalizzata sempre sugli stessi prodotti, creando una domanda basata solo sulla sostituzione di oggetti che già possediamo».
BISOGNAVA INVECE concentrare gli sforzi verso la ricerca e l´innovazione, ambiti dimenticati da «imprenditori modesti» che hanno generato «un deficit tecnicamente difficile da recuperare». Per tornare vincenti occorre «anticipare la domanda», per farlo serve la mano pubblica, che «condizioni e indirizzi la politica industriale italiana e sappia far sì che la ricerca preveda ciò che tra cinque anni costituirà il grosso della domanda».
A Mario Agostinelli dell´associazione «Energia felice» è toccata la considerazione finale: «Per il mondo del lavoro tener conto dell´ambiente non è più un vincolo, è un obbligo”.
Gli aperitivi verdi e pensanti avranno il loro epilogo questa sera. Alle 17.30 Damiano Galletti, segretario della Camera del lavoro, accoglierà il sindaco Del Bono, Maria Luisa Venuta, ricercatrice della Cattolica di Brescia e il climatologo Luca Mercalli. Si parlerà di cambiamenti climatici, sapienza, bisogno di cura e nuova conoscenza

dal BRESCIAOGGI

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