Lavoro & ambiente? «Sì, sono compatibili»
IL DIBATTITO. Ieri il penultimo degli «Aperitivi» organizzati dalla Cgil. Stasera ci sarà il sindaco
Secondo Carmine Trecroci di Legambiente, occorre lavorare di
fantasia, «indicendo concorsi di idee rivolti a cordate di aziende per
progetti sostenibili»
Lavoro e ambiente: se n´è discusso ieri sera nell´ambito degli incontri
che la Cgil ha organizzato in questo fine settimana e che si svolgono
all´interno del cortile di via Folonari.
Silvia Spera, componente
della segretaria provinciale, ha introdotto il dibattito, «voluto con
l´intenzione di stimolare progetti e idee» in una fase di metamorfosi
nella quale «tutti i soggetti in campo, sindacato compreso, devono
essere chiamati a governare il cambiamento in atto». Alla domanda su
quali proposte riguardanti la città possano risultare efficaci, a fronte
di una situazione difficile nella quale, ha puntualizzato Spera, «il
patriottismo municipale invocato dal sindaco non può bastare», ha
risposto Carmine Trecroci di Legambiente.
HA ESORDITO lamentando un
dato non incoraggiante: «Le risorse pubbliche per risanare Brescia e per
rimediare al suo profondo deterioramento sul piano della qualità
dell´ambiente e della salute dei suoi abitanti, sono quantificabili con
una cifra uguale a zero». Constatato che le casse cittadine languono,
«per avviare il processo di riqualificazione, le istituzioni devono
convincere le imprese a considerare le bonifiche come processi che
scatenano la crescita economica, alla stregua di un detonatore che
innesca una fase di sviluppo immediato». Per ingolosire gli imprenditori
e dare vita a un circolo virtuoso occorre lavorare di fantasia,
«indire, ad esempio, concorsi di idee rivolti a cordate di aziende
perché presentino progetti sostenibili autofinanziati». Regione e Comune
potrebbero garantire nei confronti degli istituti bancari, «favorendo
la disponibilità al credito».
Roberto Romano, membro del Forum degli
economisti di Cgil, ha introdotto il suo ragionamento sfatando un luogo
comune: «Non è assolutamente vero che l´industria manifatturiera
italiana non abbia investito». Lo ha fatto nella direzione sbagliata, in
controtendenza rispetto ad altri Paesi, più avveduti e lungimiranti:
«Si è speso tantissimo in macchinari, provocando un eccesso di capacità
produttiva focalizzata sempre sugli stessi prodotti, creando una domanda
basata solo sulla sostituzione di oggetti che già possediamo».
BISOGNAVA
INVECE concentrare gli sforzi verso la ricerca e l´innovazione, ambiti
dimenticati da «imprenditori modesti» che hanno generato «un deficit
tecnicamente difficile da recuperare». Per tornare vincenti occorre
«anticipare la domanda», per farlo serve la mano pubblica, che
«condizioni e indirizzi la politica industriale italiana e sappia far sì
che la ricerca preveda ciò che tra cinque anni costituirà il grosso
della domanda».
A Mario Agostinelli dell´associazione «Energia
felice» è toccata la considerazione finale: «Per il mondo del lavoro
tener conto dell´ambiente non è più un vincolo, è un obbligo”.
Gli
aperitivi verdi e pensanti avranno il loro epilogo questa sera. Alle
17.30 Damiano Galletti, segretario della Camera del lavoro, accoglierà
il sindaco Del Bono, Maria Luisa Venuta, ricercatrice della Cattolica di
Brescia e il climatologo Luca Mercalli. Si parlerà di cambiamenti
climatici, sapienza, bisogno di cura e nuova conoscenza
dal BRESCIAOGGI
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