L’Hydronic lift di Pero produce componenti idraulici e meccanici per
ascensori. Dopo la Firem di Modena e la Dometic di Forlì, arriva un
altro caso di delocalizzazione all’insaputa degli operai. La denuncia
della Fiom: “L’azienda non era in crisi. I 32 operai si sono salutati il
2 agosto e non c’era nessun segnale di problemi con la dirigenza”
di Redazione F.Q. -

“Pare – si legge in una nota della Fiom – che lo
sport in voga tra gli imprenditori in questa estate del 2013 sia
trasformare la chiusura per ferie in chiusura definitiva, senza alcun
preavviso e approfittando dell’assenza dei lavoratori: quando si dice
capitani coraggiosi”. Il sindacato ora affila le armi e annuncia
battaglia. A partire da un presidio, in programma dalla mattina di
martedì 27 agosto, davanti allo stabilimento. “Un vigliaccata come
questa non può certo passare”. Irreperibile per il momento la società,
che ha staccato il telefono della sede milanese. L’unico commento l’ha
lasciato un portavoce dell’azienda all’agenzia Ansa, alla quale ha
dichiarato che il sito di Pero è chiuso per “una riorganizzazione
interna aziendale”, ma che rimangono “comunque aperti le altre sedi”.
La vicenda della Hydronic allunga la lista di
aziende che approfittano dello stop estivo per chiudere i battenti,
senza informare nessuno. A partire dalla Firem, l’azienda emiliana che durante le vacanze ha fatto sparire macchinari e merci,
li ha caricati su un camion e li ha messi in viaggio verso la Polonia,
senza dire una parola a lavoratori e istituzioni. Per arrivare fino alla Dometic di Forlì.
Anche qui, secondo quanto riferiscono i sindacati, nella notte del 23
agosto un gruppo di dirigenti, composto dall’amministratore, Marco Grimandi,
il responsabile europeo della produzione, Hakan Ekberg, e un terzo
dirigente svedese della multinazionale, ha cercato di spedire i
generatori e i macchinari degli stabilimenti fuori dall’Italia, ma sono
stati fermati dai lavoratori e le forze dell’ordine.
Per ora, gli impianti alla sede dell’Hydronic di via Amerigo Vespucci
ci sono ancora tutti. Sono stati smantellati solo alcuni uffici. Ma da
martedì 27 i lavoratori staranno comunque davanti allo stabilimento
giorno e notte per monitorare e controllare che niente venga portato
via. “Non abbiamo mai avuto segnali, che potessero farci pensare a una
cosa del genere” spiega Alberto Larghi, segretario della Fiom Cgil di
Milano, che da diversi anni assiste i dipendenti dell’Hydronic. “Abbiamo
proposto un incontro alla proprietà, che fino adesso non ci ha
contattato, per il 30 agosto. Speriamo di avere chiarimenti. Noi
chiederemo la ripresa dell’attività produttiva come era prima
dell’estate, dal momento che si tratta di un’azienda che ha mercato.
Questa decisione di chiudere all’improvviso non ha spiegazioni”.
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