Due ore di sciopero con manifestazione in via Milano questa mattina degli operai della Caffaro Spa di Brescia per dire “no” al trasferimento dell’attività produttiva a Torviscosa, in Friuli Venezia Giulia.

La Fedeli ha fatto sapere di volersi trasferire perché non più in grado di sostenere i costi dell’energia elettrica necessari per emungere 10 milioni di metri cubi di acqua dalla falda per evitare che la contaminazione dal pcb entri nell’acquedotto. Si tratta di una spesa che ammonta a circa 1 milione di euro l’anno. Costi che, però, potrebbero salire ulteriormente perché la falda sta salendo e quindi è necessario un ulteriore e massivo intervento per scongiurare il pericolo di contaminazione. La Fedeli aveva acquisito la “vecchia” Caffaro per soli 200milaeuro, decidendo di accollarsi i costi della bonifica ambientale del sito .
dal sito di Radio onda d'urto
tto il capannone. Il problema è che le istituzioni competenti hanno chiesto di recente un aumento dell'emungimento (perché la falda sta purtroppo salendo) e questo significherebbe un aumento ulteriore dei costi. «Avevamo chiesto un incontro all'assesorato provinciale all'ambiente - spiega Enzo Torri, segreatario Csil - proprio per capire se le richieste fatte all'azienda possano aver influito sulla decisione ormai certa di chiudere il sito di Brescia ».
«Noi non stiamo difendendo la Caffaro che ha inquinato ma la Caffaro che non inquina e che oggi dà 60 posti di lavoro» commenta Torri -. Ripetiamo che i bilanci non sono affatto critici, c'è un prodotto di elevata qualità richiesto dal mercato e il funzionamento dell'azienda evita il disastro ambientale. Valutati tutti questi aspetti ci aspettiamo un intervento a livello governativo». I tempi stringono: per questo i sindacati non si dicono affatto contrari ad un aiuto istituzionale per garantire l'emungimento della falda anche se Torri ricorda che la Fedeli ha comprato la vecchia Caffaro a soli 200 mila euro con l'impegno di accollarsi i costi ambientali. se la Regione dovesse il ministro che questo deve essere un sito di interesse nazionale o europeo. Questa è una settimana decisiva per l'azienda. Il 25 luglio a Brescia ci sarà il ministro Zanonato (il tema Caffaro potrebbe entrare in agenda in extremis) mentre il 26 luglio il collega Orlando per parlare del rischio ambientale. Lunedì' è previsto un incontro in Aib.
http://brescia.corriere.it
alle 10 la PROTESTa CONTRO L'IPOTESI DI TRASLOCO IN FRIULI
Nuova Caffaro addio, gli operai sfilano in via Milano
I sindacati: «Le istituzioni facciano il possibile per salvare i 60 posti di lavoro e tutelare l'ambiente garantendo l'emungimento della falda»
Hanno sfilato lungo via Milano intorno alle 10 venti operai della nuova Caffaro, l'azienda chimica che in passato ha inquinato Brescia di Pcb ma che da due anni è gestita dall'azienda chimica Fedeli di Pisa, che produce per conto dela Dupunt ipoclorito di sodio per la depurazione di acquedotti e piscine (e quindi non inquina più). Nuova Caffaro addio, gli operai occupano via Milano I 60 lavoratori e i sindacati vedono ormai come irreversibile la decisione dell'azienda di strasferirsi nell'altro stabilimento di Torviscosa, in Friuli. L'azienda pisana infatti, un mese fa ha fatto sapere di non essere più disposta a sopportare i costi extra dell'energia: non si tratta di quelli necessari al ciclo produttivo ma del milione l'anno speso per emungere 10 milioni di metri cubi di acqua di prima falda evitando che salga a toccare la terra intrisa di veleni presente sotto il capannone. Il problema è che le istituzioni competenti hanno chiesto di recente un aumento dell'emungimento (perché la falda sta purtroppo salendo) e questo significherebbe un aumento ulteriore dei costi. «Avevamo chiesto un incontro all'assesorato provinciale all'ambiente - spiega Enzo Torri, segreatario Csil - proprio per capire se le richieste fatte all'azienda possano aver influito sulla decisione ormai certa di chiudere il sito di Brescia ».
«Noi non stiamo difendendo la Caffaro che ha inquinato ma la Caffaro che non inquina e che oggi dà 60 posti di lavoro» commenta Torri -. Ripetiamo che i bilanci non sono affatto critici, c'è un prodotto di elevata qualità richiesto dal mercato e il funzionamento dell'azienda evita il disastro ambientale. Valutati tutti questi aspetti ci aspettiamo un intervento a livello governativo». I tempi stringono: per questo i sindacati non si dicono affatto contrari ad un aiuto istituzionale per garantire l'emungimento della falda anche se Torri ricorda che la Fedeli ha comprato la vecchia Caffaro a soli 200 mila euro con l'impegno di accollarsi i costi ambientali. se la Regione dovesse il ministro che questo deve essere un sito di interesse nazionale o europeo. Questa è una settimana decisiva per l'azienda. Il 25 luglio a Brescia ci sarà il ministro Zanonato (il tema Caffaro potrebbe entrare in agenda in extremis) mentre il 26 luglio il collega Orlando per parlare del rischio ambientale. Lunedì' è previsto un incontro in Aib.
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