mercoledì 23 gennaio 2013

Gli attivi di zona Fiom davanti ai cancelli della Mac: i lavoratori non sono soli


2013-01-23 - I lavoratori della Mac non sono soli. È tutto qui il senso della decisione della Fiom di convocare questa settimana gli attivi di zona davanti ai cancelli del sito Iveco di via Volturno.

L'azienda ha deciso di cessare l'attività e di licenziare 80 lavoratori. Non potrebbe, perché un accordo sottoscritto in passato diceva al contrario che, in caso di cessazione di attività, gli 80 sarebbero stati riassorbiti nel gruppo.

Tempi difficili, questi, per i lavoratori: l'azienda firma accordi con chi più aggrada e fa carta straccia di quelli sottoscritti in passato. La Fiom, però, non ci sta e gli attivi di zona davanti ai cancelli della Mac dicono proprio questo.

Sta per entrare in vigore un nuovo accordo separato. Anzi, separato, è improprio, perché questa volta la Fiom non ha potuto nemmeno sedersi al tavolo. Cosa dice il nuovo accordo sottoscritto da Fim e Uilm? Francesco Bertoli, segretario della Fiom di Brescia, ai delegati ricorda il contesto.

L'accordo separato del 2009, l'accordo sulle deroghe al contratto del 2010, quello sull'automotive del 2011, gli accordi interconfederali (senza la Cgil) su produttività e assetti contrattuali.

E il nuovo accordo dei metalmeccanici, quello che entrerà in vigore da venerdì, cosa dice nel merito? Beh in pratica che, oramai, parlare di contratto nazionale è parola grossa. Gli orari vengono estesi, gli straordinari «obbligatori» non sono un'eccezionalità ma vengono raddoppiati. «Insomma, l'orario di lavoro viene consegnato nelle mani dell'azienda e viene aumentato - spiega Bertoli -. E questo nel momento in cui il lavoro è poco e dovrebbe essere diviso tra i lavoratori». Già, se c'è la crisi, si diffonde la cassa integrazione e manca il lavoro, che senso ha aumentare le ore?

Poi ci sono i soldi: che tra Ipca e sostituti, blocco dei punti, allungamenti possibili degli scatti se la crisi continua (ma chi non sarà in crisi anche quest'anno?) diminuiranno in termini di potere d'acquisto. Insomma, si lavora di più e si guadagna di meno. E chi si ammala? L'Inps paga dal quarto: i primi tre, così dicevano gli accordi, venivano pagati dall'azienda al 1005 ma ora non sarà più così e si prenderà di meno.

Questo è il quadro. La Fiom dice no e mette in campo una piattaforma rivendicativa. Seguiranno mobilitazioni. 

dalla Camera del Lavoro di Brescia

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