Per l’associazione dei matrimonialisti si tratta di storie di
“ordinaria mattanza”. “Non c’è mai stata una politica legislativa
seria, ben venga la specializzazione dei giudici”, dichiara Gian Ettore
Gassani, presidente dell’Associazione Avvocati Matrimonialisti Italiani.
- Redazione – 10 dicembre 2012 -
«I due fatti di cronaca avvenuti nella giornata di ieri, a distanza di
sole due settimane dalla giornata internazionale contro la violenza
sulle donne, urlano la disperata esigenza di una svolta del nostro Stato
di Diritto»: così Gian Ettore Gassani, presidente
dell'Associazione Avvocati Matrimonialisti Italiani (Ami), commenta la
morte e l'accoltellamento di due giovani donne a opera rispettivamente
dell'ex fidanzato e del marito.
Episodi che portano, sottolinea, a quota 118 il numero di donne uccise nel 2012.

«L'Ami – aggiunge – da tempo conduce una vera e propria battaglia
affinché sia chiaro che i gesti estremi sono soltanto l'ultimo atto di
una serie di violenze 'minori’ mai sanzionate o comunque sottovalutate.
La maggioranza delle donne che è quotidianamente vittima di omicidi o
tentati omicidi aveva infatti invano sporto denuncia contro i propri
futuri assassini».
«La verità – continua – è che le denunce non sempre aiutano la
vittima a uscire dall'incubo, anche perché quasi mai il violento, una
volta denunciato, viene sottoposto a perizia psichiatrica o psicologica per valutarne il grado di pericolosità e relative misure da adottare onde scongiurare nuove aggressioni.
Occorre ammettere che non c'è mai stata una politica legislativa seria per prevenire e fare fronte a questa vergogna nazionale».
«E allora – conclude Gassani – ben venga la specializzazione dei magistrati,
il potenziamento dei servizi sociali e dei centri antiviolenza,
l'ergastolo contro i violenti. Il buonismo in questo settore non ha
risolto alcun problema. Sia chiaro a tutti, alla politica innanzitutto,
che lo stallo si paga. Un allarme che è un'onda continua, se ogni dieci
giorni, secondo l'Eures, un uomo pianifica il proprio suicidio allargato
trascinando con sé la compagna o i figli».
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