domenica 22 luglio 2012

Famiglie in difficoltà l’80% non paga le bollette

L’indagine: crollano le spese  per alimentazione e automobili
ANDREA ROSSI 
 
Quei pochi che hanno un’auto hanno smesso di usarla e l’hanno murata in garage. Gli altri devono ricorrere a prestiti e finanziamenti per acquistare anche il più banale degli elettrodomestici. Pagano sempre in contanti, anche somme superiori ai cento euro. E ultimamente non riescono più nemmeno a saldare le bollette di luce e gas.
Poveri e morosi, un binomio sempre più frequente a Torino. Lo conferma una ricerca della Fondazione per l’ambiente Teobaldo Fenoglio, realizzata insieme con l’Ufficio Pio della Compagnia di San Paolo, che ha indagato i consumi, le scelte e il rapporto con il denaro delle famiglie in difficoltà che si rivolgono all’ente della fondazione bancaria per ottenere un aiuto.

La fotografia è impietosa: solo il 17 per cento degli intervistati riesce a far fronte alle bollette con regolarità mentre l’83 per cento è moroso, non paga almeno un paio di bollette all’anno. Si tratta il più delle volte di donne con figli a carico. Ed è chiaro che i mancati pagamenti non dipendono da dimenticanze ma da un’effettiva impossibilità. Se proprio devono scegliere saldano le bollette di acqua, luce e gas piuttosto che quella per la raccolta e smaltimento dei rifiuti.

Le famiglie povere hanno rinunciato all’automobile: appena il 35 per cento ne ha una (contro l’87 per cento della media delle famiglie), e di questi non pochi la tengono ferma in garage, perché mancano i soldi per la benzina o perché il veicolo è sottoposto a fermo giudiziario. Ovviamente rinunciano alla tv a pagamento, ma non al telefono cellulare: il 96 per cento ne ha almeno uno. La telefonia mobile sembra il vero buco nero delle persone in difficoltà: il 40 per cento contiene le spese mensili entro i 10 euro, ma il 45 per cento spende fino a 50 euro al mese o anche di più. «Questo sembra indicare che più della metà degli individui, pur essendo in una situazione economicamente difficile, non riesce a controllare in maniera efficace una parte dei propri consumi», spiegano i ricercatori. Si sommano una moltitudine di ricariche da due o cinque euro, fino a perdere la percezione della spesa. E così accade per gratta&vinci, biglietti della lotteria, sigarette: i poveri fumano molto di più della media. Ma spendono molto meno per mangiare.

Le spese mensili dichiarate per il fabbisogno alimentare della famiglia e la gestione della casa raramente superano i 400 euro: due persone su tre spendono tra i 100 e i 400 euro. E solo un quarto non è costretto a chiedere un prestito o un finanziamento a rate per acquistare un elettrodomestico. Dietro la richiesta di un finanziamento, però, spesso si nascondono motivazioni ben più dure: la necessità di fronteggiare spese correnti, come l’acquisto di mobili e spese di natura medica. Il segno, l’ennesimo, di una città che vede la tenuta sociale messa a dura prova.

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