giovedì 26 gennaio 2012

Dalla Lear alla Saturno, Fiato sospeso nell'indotto

Si acuisce la crisi delle aziende senza commesse Fiat, un esercito di 25 mila addetti con almeno due mila posti in bilico. L'allarme dei sindacati: "Senza gli investimenti Fiat gli ammortizzatori si esauriranno"

di STEFANO PAROLA
In tanti iniziano a guardare nervosamente il calendario e a domandarsi "ma quando arrivano questi investimenti su Mirafiori?". Lo fanno i 5.431 addetti del reparto Carrozzerie, ma non solo. Sono tanti gli imprenditori torinesi dell'automotive che non vedono l'ora di mettere le mani su una delle nuove commesse che promette la messa in produzione del mini-suv a marchio Jeep. Soprattutto, sono tanti i lavoratori che grazie a quell'investimento da un miliardo sperano di non perdere il posto. Perché in fondo il rapporto è sempre quello: uno a cinque, ossia per ogni dipendente delle carrozzerie ce ne sono altri cinque nell'indotto. Totale: più di 25 mila persone che lavorano a singhiozzo e che tengono le dita saldamente incrociate.

Tra questi ci sono per esempio i 380 addetti della Saturno, gruppo industriale con sedi a Grugliasco, Piossasco e Rosta, che produce alette parasole e altri componenti interni e che è in amministrazione straordinaria da due anni. Giovedì verranno aperte le buste con le offerte dei possibili acquirenti ed è probabile che l'unica interessata sia un'azienda monzese. Che però difficilmente potrà assumere tutti: "Senza nuove commesse da Fiat - spiega Roberta Lamacchia della Filctem-Cgil - il compratore rileverà meno di un terzo della forza lavoro. Perché oggi l'azienda lavora solo per Opel e per alcuni modelli di Mirafiori ormai giunti a fine serie".

Ma i tempi del Lingotto sono poco compatibili con quelli della Saturno. E lo stesso rischia di accadere alla Lear di Grugliasco, che produce sedili e che ha chiesto la mobilità per 464 dipendenti su 580. Prima di Natale la Regione ci ha messo una toppa, concedendo due mesi di cassa in deroga proprio nella speranza che nel frattempo arrivino segnali dal Lingotto. Sempre a Collegno e sempre nel settore sedili, anche la Johnson Control "è in crisi nera e lavora ormai due giorni al mese o poco più", come spiega Vittorio De Martino della Fiom. Che aggiunge all'elenco di chi aspetta gli investimenti pure la Alfa Plast di Collegno, che con 50 addetti attende di occuparsi degli impianti di Mirafiori.

Ma gli esempi sono tanti, alcuni fanno parte della stessa galassia Fiat. La Pcma di Volpiano, per esempio, un tempo nota come Ergom e oggi parte della Magneti Marelli, che si occupa di paraurti, ha 800 dipendenti che, spiegano dalla Filtcem-Cgil, nell'attesa di ricevere nuovi ordini "sono stati in cig straordinaria, poi in deroga e oggi sono tornati alla ordinaria.
E dopo questo ammortizzatore non c'è più nulla". Discorso simile per la Cf Gomma di Venaria, anch'essa della Magneti Marelli, con 170-180 dipendenti in cassa in deroga.

Altra zona della cintura, stessa situazione: "Nell'indotto Fiat dell'area di Chivasso - racconta Julia Vermena della Fiom - chi fino a poco tempo fa non faceva cassa ha iniziato a chiederla, mentre altri si barcamenano tra cig e contratti di solidarietà". Qualche nome di aziende in difficoltà? "La Mac, che con 400 persone fa stampaggio e assemblaggio, la Emarc, che ha 200 addetti e fa i telai delle portiere, la Daytech, i cui 400 dipendenti si occupano di impianti di condizionamento", elenca la sindacalista. Tutti aspettano che qualcosa si muova.

(17 gennaio 2012) dalla REPUBBLICA

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