“Il popolo si è ripreso la piazza”. A sei giorni dalla vergogna di piazza San Giovanni, di nuovo una manifestazione a Roma. Diecimila lavoratori arrivano in piazza dopo aver percorso attraversato villa Borghese, compiendo quel corteo che Alemanno aveva vietato.
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MINI CORTEO, LA SFIDA FIOM: GUARDA
Nessun incidente (se non la contestazione di un esagitato a Nichi Vendola in un bar vicino alla piazza), solo tanta rabbia e tanta dignità.
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Nessun incidente (se non la contestazione di un esagitato a Nichi Vendola in un bar vicino alla piazza), solo tanta rabbia e tanta dignità.
Sul palco di piazza del Popolo per tre ore sono stati progatonisti i lavoratori.
Ogni stabilimento dei gruppi Fiat (più componentistica e settore bus) e Fincantieri ha spiegato la sua situazione per bocca di un operaio. Da Monfalcone a Termini Imerese, dall'Iveco di Brescia alla Fma di Pratola Serra, dalla Bredamenarinibus di Bologna alla Fincantieri di Castellamare di Stabia, l'Italia è ancora un paese pieno di fabbriche. Nonostante Marchionne e Bono stiano facendo aumentare la cassa integrazione ovunque.
La prima a prendere la parola è Silvia, lavoratrice in Irisbus di Valle Ufita, azienda chiusa dalla Fiat ad ottobre, che da 107 giorni è in sciopero e in presidio permanente. Sotto il palco tanti esponenti politici, dal leader di Sel Nichi Vendola a Paolo Ferrero di Rifondazione, dal responsabile Economia del Pd Stefano Fassina al
capogruppo in commissione Lavoro Cesare Damiano. «Noi donne siamo solo il 10 % dei 700 lavoratori perché siamo entrate solo come categoria protetta, ma in questa lotta siamo diventate protagoniste e vogliamo continuare a lavorare. Marchonne non ci può lasciare in mezzo a una strada».
Molto applaudito l'intervento del professore Stefano Rodotà: «Dovrebbe esserci un sentImento di gratitudine per la Fiom. Oggi non sta difendendo Solo i diritti dei lavoratori, ma i diritti di tutti. Il diritto al lavoro, fondamento di una Costituzion
Molto applaudito l'intervento del professore Stefano Rodotà: «Dovrebbe esserci un sentImento di gratitudine per la Fiom. Oggi non sta difendendo Solo i diritti dei lavoratori, ma i diritti di tutti. Il diritto al lavoro, fondamento di una Costituzion
e ormai messa oggi giorno in discussione. Un diritto al lavoro messo in pericolo dall'articolo 8 della manovra. E ancora di più il diritto a manifestare. Perché in questo è compreso quello a tenere i cortei e oggi è stato negato».
Poi è toccato a Maurizio Landini. Il segretario generale dei metallurgici Cgil ha criticato duramente le parole del prefetto di Roma Pecoraro: «Dire che noi non dovevamo manifestare perché eravamo in piazza anche sabato è graviss
Poi è toccato a Maurizio Landini. Il segretario generale dei metallurgici Cgil ha criticato duramente le parole del prefetto di Roma Pecoraro: «Dire che noi non dovevamo manifestare perché eravamo in piazza anche sabato è graviss
imo. Noi continueremo a manifestare per cacciare questo gorveno e per riportare la democrazia nelle fabbriche».
A chiudere la manifestazione è stata Susanna Camusso. Quando il segretario della Cgil ha preso la parola una sparuta minoranza della piazza l'ha fischiata. Ma durante il discorso e alla fine ci sono stati solo applausi. Per Camusso il piano "F
A chiudere la manifestazione è stata Susanna Camusso. Quando il segretario della Cgil ha preso la parola una sparuta minoranza della piazza l'ha fischiata. Ma durante il discorso e alla fine ci sono stati solo applausi. Per Camusso il piano "F
abbrica Italia" ha portato «solo alla chiusura di tre stabilimenti e a nessuna soluzione per gli altri. Machionne farebbe bene a tacere o a non dire bugie, come quando ha detto che in nessun paese al mondo lui spiega quali modelli produrrà. È falso perché lo ha fatto in Serbia, in Brasile ed ad Obama. Noi continueremo a manifestare, lo faremo per mettere al centro la questione del lavoro che è l'articolo uno della nostra Costittuzione»
dal sito dell'Unità
. dal sito dell'Unità
20 ottobre 2011
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