Diverse migliaia di persone hanno manifestato questa mattina a Brescia in occasione dello sciopero generale dell'intera giornata promosso dalla Cgil a livello nazionale.
Il corteo, partito da piazza Garibaldi, è sfilato lungo via Lupi di Toscana, via Pile, via San Faustino.
In piazza Loggia una delegazione guidata dalla presidente del direttivo nazionale Cgil Morena Piccinini e dalla segreteria della camera del Lavoro ha reso omaggio alla salma di Mino Martinazzoli a palazzo Loggia mentre il resto del corteo, come segno di rispetto, è sfilato in silenzio. La manifestazione con gli interventi conclusivi si è conclusa in corso Zanardelli.
Nelle maggiori aziende metalmeccaniche l'adesione allo sciopero è stata superiore all'80 percento, e nel Pubblico Impiego (Comune, Provincia ed enti locali) è stata molto alta.
Dal palco allestito in corso Zanardelli (angolo corso Palestro) Damiano Galletti, segretario della Camera del Lavoro, ha voluto ricordare innanzitutto Mino Martinazzoli: «Di lui molti di noi hanno potuto apprezzare, nei decenni, l’acume e la passione nella ricerca tesi a dare un profilo culturale alla discussione politica, in netto contrasto con la banalizzazione imperante», ha affermato. Poi la critica netta alla manovra del Governo, «ingiusta e di classe» perché colpisce i redditi e i diritti dei lavoratori e di chi ha di meno e continua a difendere gli interessi di chi ha di più. «Proprio non ce la fanno quelli del Governo a fare qualcosa contro l'evasione fiscale – ha sottolineato Galletti -. Per tre anni hanno tolto leggi e articoli contro l'evasione timidamente messi dall'altro governo e ora, controvoglia, quel poco che hanno dovuto mettere con una mano l'hanno tolto con l'altra».
Carlo Panzera, sindaco di Vobarno, ha posto l'accento sui tagli agli enti locali. «Siamo consapevoli che bisogna ridurre l'enorme debito pubblico – ha osservato dal palco -, ma questo sforzo va costruito con equità, tenendo conto delle esigenze dei cittadini e non manovrando contro di loro». Da parte sua la sottolineatura che, «altro che togliere il Primo Maggio, il lavoro deve essere rimesso al centro». È proprio su questo aspetto che si sono soffermati Massimo Bulla Chiara Zaina, delegati rispettivamente alla Rsu Brandt e in Provincia. «Non sono più disposta a far sì che il mio lavoro venga svalorizzato - ha detto Chiara Zaina -, la manovra si accanisce contro i lavoratori pubblici e sui cittadini che usufruiscono di servizi essenziali». Da parte sua un attacco alla logica perversa degli «appalti al ribasso» che produce precarietà nel lavoro e degrado dei servizi. Chiara Zaina le Provincie le abolirebbe pure perché «vuole essere al servizio dei cittadini e non di un ceto politico che paga per l'orchestra padana e portaborse ma toglie servizi».
Morena Piccinini ha ricordato i fallimenti di questo Governo, i tre anni di bugie durante i quali nulla è stato fatto per la crescita, nulla è stato fatto per contrastare l'evasione fiscale, i diritti dei lavoratori sono stati messi continuamente sotto attacco, i servizi ai cittadini sono stati messi in discussione. A criticare la manovra sono ora gli enti locali, i sindaci che hanno manifestato la scorsa settimana, la Conferenza delle regioni. Il sindacato e i lavoratori sono scesi in campo promuovendo una giornata di sciopero. «Non siamo noi gli irresponsabili», ha affermato, augurandosi che contro la manovra anche gli altri sindacati si mobilitino.
Domani, mercoledì 7 settembre, la protesta contro la manovra iniqua prosegue con un presidio dalle 17 alle 19 davanti alla prefettura.
Unico episodio negativo della mattinata, l'aggressione verbale da parte dell'assessore comunale Mario Labolani ad alcuni lavoratori che stavano volantinando davanti agli uffici comunali di via Marconi.
dal sito della camera del lavoro di Brescia
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