A rischio le festività del 25 aprile, primo maggio e 2 giugno. Contro la crisi, il Governo sta ipotizzando di accorpare le festività non religiose alle domeniche. Calcolando così un netto risparmio per le casse dello Stato. L'annuncio è arrivato oggi dal ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, durante l'audizione in Parlamento. E anche se per ora la proposta rimane solo un suggerimento nel ventaglio delle possibili soluzioni per far fronte al periodo nero dell'economia, c'è il rischio che i prossimi 25 aprile (festa della liberazione), primo maggio (dei lavoratori) e 2 giugno (della Repubblica) - tutte festività non religiose - gli italiani vadano comunque a lavorare e i bambini a scuola. Niente paura, invece, per Natale, Pasqua e Ferragosto: essendo feste religiose non verrebbero intaccate dal provvedimento. Salve, quindi, anche Capodanno, Epifania, Lunedì dell'Angelo, Immacolata e Santo Patrono.
Ma se da una parte, evitando di fermare il Paese per un giorno, lo Stato ci guadagnerebbe, dall'altra l'industria del turismo verserebbe copiose lacrime. La presidente della Fiavet-Confcommercio ha dato un «giudizio chiaramente negativo» alla proposta, «soprattutto perchè si azzoppa un'abitudine sempre più in voga che vede molti turisti approfittare dei ponti festivi per fare vacanze brevi».
Nel 2012 il 25 aprile cadrà di mercoledì e, nel caso in cui la festività venisse soppressa, la giornata verrebbe considerata alla pari degli altri giorni feriali e la Festa della Liberazione potrebbe essere celebrata l'ultima domenica del mese (il 29 aprile; sempre per ipotesi), a ridosso del I maggio. Anche la Festa dei lavoratori ha un futuro incerto. Quest'anno era di domenica. Nel 2012, forzando la mano sul calendario, cadrebbe nuovamente di domenica, probabilmente il 6. Manifestazioni, celebrazioni e «concertone» potrebbero essere tutti rinviati di cinque giorni. E il ponte dei turisti primaverili andrebbe in fumo.
Stessa sorte per il 2 giugno. Ma in questo caso, oltre al danno ci sarebbe anche la beffa. La festività era stata ripristinata nel 2001, fino a quella data era accorpata alla prima domenica del mese. Il prossimo anno la Festa della Repubblica cadrà di sabato. Escludendo chi già per calendario non lavora o non va a scuola di sabato, per gli altri non sarebbe previsto nessuno stop. Le celebrazioni per la Festa della Repubblica slitterebbero così al giorno dopo, domenica 3 giugno.
Le tre nuove «festività soppresse», se così potrebbero essere definite, andrebbero ad aggiungersi alle altre quattro già segnate in calendario: 4 novembre (la vittoria nella prima guerra mondiale. Quest'anno non è prevista, perchè è sostituita dal 17 marzo, Festa dell'Unità nazionale), San Giuseppe, Ascensione e Corpus Domini. Giorni che i lavoratori hanno diritto a recuperare durante l'anno solare, con ferie o permesso. Sono tutte ipotesi, ci ha tenuto a sottolineare Tremonti, ma se dovessero andare in porto, le polemiche non si faranno attendere. Basti pensare al «polverone» sollevato dal caso 17 marzo, festività esclusiva di questo 2011.
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