LO SCONTRO ALLA CAMERA
La Mussolini difende il nonno
«Vaffa» in aula diretto a Fiano (Pd)
L'onorevole, figlio di un deportato, aveva definito «assassino» il Duce. Lei: «Orgogliosa di mio nonno»
Alessandra Mussolini (Eidon) |
IL «VAFF...» DELLA MUSSOLINI - La Mussolini ha chiesto la parola per scagliarsi contro il collega del Pd che era intervenuto martedì sera: «Piazzale Loreto è stato uno scempio - attacca Mussolini- mio nonno è stato massacrato senza alcuna condanna o processo. Sono orgogliosa di lui. Nessuno, in quest'aula, si deve permettere di chiamare assassino mio nonno, del quale ho dato il cognome ai miei tre figli». E poi, lontana dal microfono del banco, ma mostrando chiaramente il labiale, e accompagnandolo con un gesto eloquente della mano: «Ma vaffan...». Non contenta esce dall'aula e in Transatlantico, tra i colleghi parlamentari sbigottiti, Mussolini urla: «Mi avete rotto i coglioni».
LA VICENDA - Fiano, deputato del Pd, era intervenuto per denunciare Maurizio Testa, vicesindaco Pdl di Boltiere (Bergamo), che si è fatto fotografare a Predappio sulla tomba del Duce con tanto di saluto romano e commento su Facebook per «Zio Benito» e per «la forza che lui sa dare». Fiano ha fatto in aula una ricostruzione storica per «ricordare al signor Testa da che parte stava Benito Mussolini: non dalla parte degli italiani consegnati ai nazisti; non degli antifascisti torturati in via Tasso; non dalla parte degli 8.500 ebrei consegnati nelle mani dei nazisti perchè venissero deportati e uccisi nei lager». In Italia, aveva detto Fiano, «a volte si perde il senso della storia se un amministratore pensa di andare ad inneggiare un dittatore che in questo paese ha negato la libertà e ha collaborato affinché venissero, prima espulse dalle scuole, dal lavoro, dalle loro occupazioni, e infine uccise migliaia di persone tra cui, appunto, 8500 ebrei».
dal corriere della sera
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