
Cisl spaccata sui referendum. In una lunga intervista ad Avvenire il segretario generale, Raffaele Bonanni, si è di fatto schierato domenica scorsa a favore del nucleare e dell'acqua ai privati. Una scelta che - per una volta - ha fatto emergere pubblicamente il dissenso nel sindacato di Via Po: 93 dirigenti hanno deciso di prendere posizione e firmare un appello, per quanto a titolo personale, a favore di "quattro sì". Sono tutti esponenti di primo piano dei metalmeccanici: ci sono due membri della segreteria nazionale, Marco Bentivogli e Bruno Vitali; c'è il numero uno della Fim Lombardia, Nicola Alberta. E poi i segretari del Veneto, Michele Zanocco, di Torino, Claudio Chiarle, di Milano, Andrea Bellisai, di Como, Alberto Zappa. Ma anche un pezzo dell'apparato nazionale: dal responsabile dell'ufficio internazionale, Gianni Alioti, a quello del sindacale, Sandro Pasotti, a quello della formazione, Rosario Iaccarino.
All'origine dell'appello c'è proprio l'intervista di Bonanni che mentre da una parte sosteneva di non voler dare indicazioni di voto, dall'altra spiegava le sue ragioni contro il referendum in generale ("siamo fortemente contrari a questo strumento, che finisce con il privare il Parlamento della funzione che gli è propria e deresponsabilizzare ulteriormente la classe politica") e contro i quattro quesiti in particolare. Troppo per i 93 metalmeccanici per i quali, invece, "l'acqua non può essere privatizzata", il nucleare è una "scelta rivolta al passato"
e i "cittadini sono uguali davanti alla legge". Questa volta "la svolta mite" di cui ha parlato Ilvo Diamanti 1 sembra essere arrivata anche nella granitica Cisl di Raffale Bonanni.
dal sito della Repubblica
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