di Giorgio Cremaschi
Bisogna mobilitarsi per fermare immediatamente questa guerra insensata e ipocrita che si copre con i documenti dell’Onu, come tutte le altre, ma in realtà fa quello che vogliono coloro che l’hanno scatenata. L’Italia deve uscire dalla guerra neocoloniale della Francia e della Gran Bretagna, devono cessare immediatamente i bombardamenti, si deve andare al cessate il fuoco e aprire un confronto fra tutte le parti. Per realizzare questi obiettivi bisogna che finisca immediatamente l’intervento militare occidentale in Libia.
Ancora una volta, ci siamo trovati dentro alla solita guerra cosiddetta umanitaria, cosiddetta democratica, che, come in Kosovo, in Iraq, in Afghanistan viola tutti i fondamentali diritti umani. Finora le posizioni della Cgil sono state o ambigue o inaccettabili. Ancora una volta si finisce per condividere l’intervento militare, a cui partecipa il nostro paese. Anche se l’opposizione politica approva tutto, la Cgil deve dire di no perché questa scelta è nel suo Statuto e nel suo spirito profondo. Per questo occorre mobilitarsi per esprimere tutto il dissenso verso le posizioni finora espresse dalla segreteria della Cgil e per pretendere che il più grande sindacato italiano si schieri decisamente contro questa guerra insensata. Non si rovesciano i tiranni con i bombardamenti e i missili, non si costruisce la democrazia con la guerra.
Bisogna mobilitarsi per fermare immediatamente questa guerra insensata e ipocrita che si copre con i documenti dell’Onu, come tutte le altre, ma in realtà fa quello che vogliono coloro che l’hanno scatenata. L’Italia deve uscire dalla guerra neocoloniale della Francia e della Gran Bretagna, devono cessare immediatamente i bombardamenti, si deve andare al cessate il fuoco e aprire un confronto fra tutte le parti. Per realizzare questi obiettivi bisogna che finisca immediatamente l’intervento militare occidentale in Libia.
Ancora una volta, ci siamo trovati dentro alla solita guerra cosiddetta umanitaria, cosiddetta democratica, che, come in Kosovo, in Iraq, in Afghanistan viola tutti i fondamentali diritti umani. Finora le posizioni della Cgil sono state o ambigue o inaccettabili. Ancora una volta si finisce per condividere l’intervento militare, a cui partecipa il nostro paese. Anche se l’opposizione politica approva tutto, la Cgil deve dire di no perché questa scelta è nel suo Statuto e nel suo spirito profondo. Per questo occorre mobilitarsi per esprimere tutto il dissenso verso le posizioni finora espresse dalla segreteria della Cgil e per pretendere che il più grande sindacato italiano si schieri decisamente contro questa guerra insensata. Non si rovesciano i tiranni con i bombardamenti e i missili, non si costruisce la democrazia con la guerra.
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