Susanna Camusso ha detto agli studenti che non ci sono le condizioni per lo sciopero generale. E' una risposta assolutamente infelice e totalmente sbagliata, almeno per due ragioni di fondo. In primo luogo, se per mancanza di condizioni si intende l'assenza di motivi sufficienti per scioperare, siamo all'assurdo. Cosa deve succedere ancora? La crisi economica avanza e con essa un disegno delle caste dominanti in Italia e in Europa che propone una catastrofe sociale senza precedenti. Non c'è la ripresa e chi lavora viene costretto agli straordinari, chi ha perso il lavoro viene lasciato nella disoccupazione, cresce la precarietà soprattutto dei giovani, mentre si distrugge ciò che resta dello stato sociale. Questa è la ricetta greca che si vuole applicare un po' alla volta in tutta Europa, non basta essa per scioperare? In Italia l'attacco ai diritti del lavoro è parte integrante della gestione reazionaria e autoritaria della crisi. E' stato approvato il collegato lavoro, che distrugge i principi centenari del diritto del lavoro e che da solo sarebbe motivo sufficiente per uno sciopero generale. Marchionne impone che la Fiat auto esca dal contratto nazionale e addirittura che Mirafiori esca dalla Confindustria, con il solo motivo di impedire alla Fiom di partecipare alle elezioni per le rappresentanze sindacali aziendali. Questo atto di autentico fascismo aziendale sarebbe da solo motivo sufficiente per uno sciopero generale: dal 1945 a oggi mai si era così minacciata la libertà dei lavoratori italiani. E' un autolesionismo privo di senso proporsi di fare un patto sociale con una Confindustria che o sostiene o subisce, ma comunque accetta la linea di Marchionne. (...)
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