Lo comunica, con una nota, il coordinatore nazionale dell’area, Gianni Rinaldini, che ritiene necessaria una riunione urgente “perché nel più grande gruppo industriale del Paese vengono cancellati in un colpo solo i diritti dei lavoratori e quelli della più grande organizzazione sindacale.
Per questa ragione – conclude Rinaldini – che crediamo non sia più proseguibile il confronto con Confindustria su regole, produttività e quant’altro, così come ribadiamo la necessità della proclamazione dello sciopero generale”.
Sentiamo lo stesso Rinaldini ai nostri microfoni
La mossa della minoranza Cgil, dove grande peso hanno i metalmeccanici Fiom arriva nel giorno in cui nella sede romana del Lingotto infatti viene scritto il nuovo contratto capestro per lo stabilimento di Pomigliano d’Arco, schema di quello che verrà poi applicato a Mirafiori e, probabilmente, a cascata, in tutti gli altri impianti italiani della casa torinese. Al tavolo ci sono Fim, Uilm, Ugl e Fismic ma non la Fiom, che non ha firmato alcuna intesa con Fiat.
A sostegno proprio delle tute blu Cgil oggi è nata una nuova associazione che unisce studiosi, costituzionalisti, sociologi del lavoro oltre a esponenti politici. Fra i fondatori di “Lavoro e Libertà” ci sono infatti Gianni Ferrara, Luciano Gallino, Francesco Garibaldo, Paolo Nerozzi, Stefano Rodotà, Rossana Rossanda, Aldo Tortorella, Mario Tronti, Fausto Bertinotti e Sergio Cofferati. Obiettivo di ‘Lavoro e Liberta’ coinvolgere “il numero più alto possibile di forze sociali, politiche e culturali per combattere, fermare e rovesciare la deriva autoritaria” contro i diritti democratici dei lavoratori.
da Radio Onda d'Urto
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