giovedì 14 ottobre 2010

Volontariato, la Lega cambia la legge e sposta i fondi alla Montagna

Le risorse del volontariato per le emergenze sociali potrebbero andare alla montagna.
Lo prevede un progetto di legge presentato dalla Lega e contestato dal vasto mondo di associazioni e ong impegnate nel sociale che si sta mobilitando per bloccarlo: se andasse in porto, il progetto metterebbe il volontariato «nell'angolo e lo indebolirebbe. Mentre proprio, in questo momento di crisi, è uno dei pilastri della coesione sociale».
Il progetto di legge in questione (per il quale è stata chiesta la sede legislativa) è il n. 41 su «Disposizioni in favore dei territori di montagna» presentato dal leghista Roberto Simonetti, che ne è anche il relatore in Commissione bilancio alla Camera dove ora si trova. L'articolo 5 del pdl modificherebbe la legge sul volontariato (la 266/91) e - ecco una delle norme contestate - permetterebbe l'accesso ai 2,5 milioni di euro destinati al volontariato per le emergenze sociali anche ad interventi per le zone montane. «Non abbiamo niente in contrario alla valorizzazione delle aree montane, anzi - commenta Andrea Olivero, portavoce del Forum del terzo settore - ma contestiamo il metodo e il contenuto della norma che è assurda. Intanto si cambia la legge sul volontariato senza discuterne con gli interessati, in nessun altro ambito si farebbe questa cosa vergognosa. In secondo luogo, le risorse: il volontariato va tutelato, nel terzo settore è anche quello più fragile, non sostenerlo è un grave errore per le ricadute positive e di coesione sociale nel paese. Se la montagna va sostenuta e noi riteniamo che sia giusto, si prendano però le risorse da un'altra parte non da quelle già scarse a nostra disposizione. Questo vuol dire mettere il volontariato in un angolo. E non possiamo accettarlo».

Questa proposta poi «conferma - continua Olivero - che esiste una scarsa attenzione di alcune forze politiche verso la società civile. La politica è totalmente autoreferenziale e non si rende conto di ciò che le sta intorno. Se si deve discutere di riforma del volontariato si faccia nelle sedi opportune, nei tavoli costituiti al ministero per le politiche sociali». Altra norma contestata riguarda la possibilità che i centri di servizio per il volontariato (Csv), strutture territoriali a sostegno per le attività delle organizzazioni di volontariato, siano aperte a cooperative, onlus, bande musicali, filodrammatiche, gruppi sportivi. Al momento i Csv contano circa 40 mila iscritti. Nel caso passasse la norma, dovrebbero offrire servizi a 500-600 mila organizzazioni. «Il che vuol dire stravolgere i centri di servizio, e senza cambio di alcuna entità di risorse, ed anche la legge sul volontariato. E davvero questo non lo capiamo» sottolinea Olivero.

«Preoccupa - afferma Marco Granelli, presidente del CsvNet - il fatto che una normativa specifica sul tema della montagna non trovi un proprio specifico finanziamento, ma vada ad utilizzare risorse ordinarie, già destinate al volontariato per tutte le sue azioni di intervento a servizio dei beni comuni. Non si può utilizzare la stessa torta anche per gli interventi in montagna». Granelli annuncia che sta per partire una mobilitazione per bloccare il progetto di legge. Intanto, è stata inviata una lettera ai parlamentari per spiegare il dissenso e le ragioni di questo.

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