lunedì 11 ottobre 2010

TRA PREPOTENZA E SCARICABARILE

Adro e i Soli che continuano a restare nella scuola. Questa mattina il ricorso della Camera del Lavoro e della Flc CGIL

I Soli delle Alpi continuano a restare in bella vista sulla scuola e a esssere oggetto di dibattito pubblico.Nei giorni scorsi ha preso parola, si fa per dire, anche il responsabile dell'ufficio scolastico regionale Giuseppe Colosio. Il quale ha pensato bene di passare la palla al preside della scuola di Adro, come si può leggere nella lettera che alleghiamo.

Dopo aver fatto un invito formale il 21 settembre scorso e non avere ricevuto alcuna risposta, la Camera del lavoro di Brescia e la Flc Cgil hanno intanto depositato questa mattina il ricorso contro il Comune di Adro, il ministero della Pubblica Istruzione e l'Istituto comprensivo di Adro per chiedere la rimozione immediata di tutti i 700 Soli delle Alpi della scuola di Adro.

Nel ricorso si riscostruisce per sommi capi la vicenda e si sottolinea che, ad oggi, «nulla è accaduto» rispetto alla rimozione dei Soli. Il ricorso, che ha come obiettivo la rimozione dei simboli di un partito politico (nello specifico della Lega Nord) da una scuola pubblica, si appella alla necessità di evitare che i lavoratori della scuola siano obbligati «ad operare all'interno di un ambiente politicamente connotato, in contrasto con la natura laica e non ideologica del soggetto con il quale i lavoratori stessi hanno stipulato il loro contratto di lavoro».

Tale costrizione operata in danno dei lavoratori costituisce una "discriminazione in ragione delle convinzioni personali", espressamente vietata dalla direttiva CE 2000/78, dall'art.21 del Carta dei diritti fondamentali dell'Unione e dal dlgs 216/03.

Diversi sono infatti i profili di «svantaggio» (e dunque di discriminazione) che emergono dalla vicenda: è violato il diritto del dipendente a non operare in un ambiente contrario alle sue opinioni personali; è violata la violazione la libertà di insegnamento; è violato l'obbligo contrattuale del datore di lavoro di garantire al dipendente un ambiente di lavoro neutrale.

Da qui la necessità di porre fine alla discriminazione, cosa che può essere fatta solo rimuovendo i simboli politici dalla scuola. Nel ricorso, oltre a questo, la richiesta di pubblicare ( a spese del Comune di Adro) l'eventuale sentenza positiva anche su un quotidiano nazionale, come previsto dal Dlgs 216/03.

«È un ricorso che avremmo voluto evitare - afferma il segretario generale della Camera del Lavoro Damiano Galletti -, ci troviamo però costretti ad intervenire anche in questa maniera rispetto a una vicenda che si sta trascinando da troppe settimane e che, ad oggi, non ha ancora avuto soluzione. Una cosa è certa: noi non siamo disponibili a subire passivamente l'arroganza e la prepotenza del sindaco di Adro».

dal sito della Camera del lavoro di Brescia

In allegato il testo integrale del ricorso

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