Umberto Bossi dice che la legge elettorale non è una porcata. E’ una legge ottima. Anzi, perfetta. Prima era una porcata, perché non c’era nessun programma da rispettare. Questa invece permette di presentare un programma elettorale prima delle elezioni, e i partiti devono rispettarlo. Non come prima, come ai tempi della prima repubblica, dei democristiani, dei socialisti, della marmaglia che ha infestato questo Paese.
A parte che a definirla porcata è stato il suo amico e sodale Calderoli che di certo se ne intende, visto che ne porta la responsabilità politica, vale la pena di citare due fatti al Senatur dalla memoria selettiva. Il primo, è che la legge elettorale è stata modificata nel 2005 durante il governo Berlusconi, sostituendo quella di tipo maggioritario uninominale introdotta nel 1993. la legge elettorale che aveva seppellito assieme a mani pulite la “prima repubblica”: i democristiani, i socialisti, insomma quella che Bossi chiama la marmaglia che ha infestato questo Paese. Marmaglia che faceva leggi sulla tv cucite su misura per Berlusconi, con Craxi suo amico e protettore che annoverava tra le terze file molti degli attuali uomini di punta del governo di cui Bossi fa parte.
Il secondo è che questa legge elettorale ha sino ad ora prodotto la rottura traumatica della legislatura precedente con la rovinosa caduta del governo Prodi e la liquefazione della maggioranza con probabile nuovo scioglimento prematuro con il governo Berlusconi. La legge precedente, bene o male, aveva prodotto – dopo l’iniziale ribaltone con protagonisti Bossi e la Lega – due legislature, nel 1996 e nel 2001, che sono scadute naturalmente con maggioranze solide e tendenzialmente stabili.
Oltre a questi fatti, tutti sanno che essa è congeniata in modo tale da non consentire, se non in caso di schiacciante successo elettorale, com’è avvenuto nel 2008, la certezza della maggioranza omogenea tra le due camere del parlamento, a causa del premio di maggioranza su base regionale che essa accorda al Senato. Tanto più in questa situazione in cui a misurarsi alle elezioni potrebbero essere non due, ma almeno tre coalizioni.
Bossi sa bene che con questa legge lui massimizzerebbe la sua rendita di posizione sia alla Camera (dove è probabile una vittoria relativa della coalizione Lega-PdL berlusconiano) sia al Senato (dove nelle regioni del nord farebbe il pieno dei voti. Per poi magari fare l’ago della bilancia e dettare le sue condizioni nella prossima legislatura, se al Senato non ci fosse una maggioranza omogenea a quella della Camera.
E’ un calcolo legittimo, per un leader politico che vuole massimizzare il suo potere d’interdizione, a cui sacrificare il destino del Paese, quello delle genti settentrionali a cui serve tutto meno che questa continua esibizione muscolare, proprio mentre si combatte la guerra dell’economia globale. Ma è lo stesso calcolo che portò l’allora governo Berlusconi a varare una legge elettorale che aumenta l’instabilità e la forza contrattuale dei partiti “minori” a scapito dei più grandi: una perfetta porcata.
Fonte: http://www.giornalettismo.com/archives/76781/legge-elettorale-porcata-perfetta/
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