Montichiari, vigili e pugno duro
Emilia medicata in ospedale per una distorsione al braccio è finita in cella di sicurezza: cercava il sindaco Zanola
Venerdì 11 Giugno 2010.
La donna straniera che protestaNuovo e grave caso di cattivi rapporti tra le autorità monteclarensi ed una cittadina straniera. Emilia, quarantenne senegalese sposata e madre di un figlio, ha dovuto ricorrere alle cure del pronto soccorso, martedi scorso a causa dei maltrattamenti che lei denuncia di aver ricevuto dalla polizia urbana di Montichiari. Certo è che ieri alle 18 si è presentata con il braccio ingessato per protestare davanti al Municipio, circondata da qualche decina di stranieri che la affiancavano nella protesta.
Il fattaccio sarebbe avvenuto nel percorso tra il Municipio e la sede della Polizia Urbana, dove Emilia è stata rinchiusa in cella per due volte, per un totale di sette ore, prima e dopo le cure al Pronto Soccorso. I vigili erano intervenuti, cercando di portarla in caserma per accertamenti, dopo che avevano notato la donna molto agitata in Municipio, dopo il rifiuto del sindaco Elena Zanola di incontrarla. «Avevo detto chiaramente a quella signora che certi problemi di residenza non vanno discussi con me ma con gli incaricati dell’ufficio anagrafe - ha risposto il sindaco - così come recita l’avviso che ho fatto appendere fuori dal mio ufficio».
Emilia deve aver insistito ed i vigili volevano accompagnarla fuori dal palazzo ma poi l’agitazione devono aver complicato la situazione. «Mi risulta che quella donna abbia anche morso un vigile - sostiene il sindaco - quindi scatterà la denuncia per resistenza a pubblico ufficiale». Impossibile, per ora, sentire la versione di Andrea Agnini, il capo dei vigili monteclarensi. «Mi trattato come una bestia. I medici mi hanno dato tre settimane di stop dal lavoro per la distorsione al braccio - denuncia Emilia - non sono una delinquente, voglio essere trattata come un essere umano». Emilia, tempo fa, denunciò pubblicamente di essere stata chiamata «macaco» dal sindaco, dopo che aveva esposto in Municipio i propri problemi. Quelli di una madre di famiglia che lavora alla Casa di riposo, ha regolare permesso di soggiorno e che chiedeva chiarimenti per risolvere la posizione anomala di un familiare.F.D.C.
Emilia medicata in ospedale per una distorsione al braccio è finita in cella di sicurezza: cercava il sindaco Zanola
Venerdì 11 Giugno 2010.

La donna straniera che protestaNuovo e grave caso di cattivi rapporti tra le autorità monteclarensi ed una cittadina straniera. Emilia, quarantenne senegalese sposata e madre di un figlio, ha dovuto ricorrere alle cure del pronto soccorso, martedi scorso a causa dei maltrattamenti che lei denuncia di aver ricevuto dalla polizia urbana di Montichiari. Certo è che ieri alle 18 si è presentata con il braccio ingessato per protestare davanti al Municipio, circondata da qualche decina di stranieri che la affiancavano nella protesta.
Il fattaccio sarebbe avvenuto nel percorso tra il Municipio e la sede della Polizia Urbana, dove Emilia è stata rinchiusa in cella per due volte, per un totale di sette ore, prima e dopo le cure al Pronto Soccorso. I vigili erano intervenuti, cercando di portarla in caserma per accertamenti, dopo che avevano notato la donna molto agitata in Municipio, dopo il rifiuto del sindaco Elena Zanola di incontrarla. «Avevo detto chiaramente a quella signora che certi problemi di residenza non vanno discussi con me ma con gli incaricati dell’ufficio anagrafe - ha risposto il sindaco - così come recita l’avviso che ho fatto appendere fuori dal mio ufficio».
Emilia deve aver insistito ed i vigili volevano accompagnarla fuori dal palazzo ma poi l’agitazione devono aver complicato la situazione. «Mi risulta che quella donna abbia anche morso un vigile - sostiene il sindaco - quindi scatterà la denuncia per resistenza a pubblico ufficiale». Impossibile, per ora, sentire la versione di Andrea Agnini, il capo dei vigili monteclarensi. «Mi trattato come una bestia. I medici mi hanno dato tre settimane di stop dal lavoro per la distorsione al braccio - denuncia Emilia - non sono una delinquente, voglio essere trattata come un essere umano». Emilia, tempo fa, denunciò pubblicamente di essere stata chiamata «macaco» dal sindaco, dopo che aveva esposto in Municipio i propri problemi. Quelli di una madre di famiglia che lavora alla Casa di riposo, ha regolare permesso di soggiorno e che chiedeva chiarimenti per risolvere la posizione anomala di un familiare.F.D.C.
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