di Franco Giubilei, da La Stampa 16 febbraio 2010
Mezzo secolo dopo l’espulsione di Dario Fo e Franca Rame da Canzonissima, la stori
a si ripete con Paolo Rossi al Festival di Sanremo. Qui però la censura ha colpito ancora prima che il comico friulano potesse salire sul palco dell’Ariston a recitare il suo monologo. Doveva essere un omaggio proprio a Fo e al suo Mistero Buffo e tutto sembrava andare per il verso giusto, perché il pezzo era piaciuto agli autori del festivalone.

Ora Rossi racconta com’è naufragata la sua partecipazione a Sanremo: «Un mese fa sono stato chiamato dall’organizzazione del festival, a Roma, e mi è stato proposto uno spazio di 10-12 minuti come ospite.
Allora mi sono messo a pensare al pezzo e il 26 gennaio, che era anche il giorno della conferenza stampa, sono andato a Sanremo per raccontarlo agli autori del programma. Mi avevano anche detto di non farmi riconoscere dai giornalisti, allora ci sono andato travestito da profugo polacco».E qual è stata la loro reazione al monologo?«C’è stata questa riunione col pool di autori, io ho raccontato il pezzo, uno dei miei migliori, e loro si sono molto divertiti».Ma di che parla il pezzo?«E’ un dialogo fra il cittadino e lo Stato, col personaggio che parla più dei problemi dei cittadini c
he dei vizi dei potenti, ma non si fanno nomi di politici. Avevo elaborato una partitura comica che faceva pensare, difficilmente attaccabile».

E poi cos’è successo?«In questi casi mi aspetto sempre una telefonata di qualcuno, e in effetti il no è arrivato gradualmente: prima con una notizia di agenzia, e poi con un sms degli autori con le loro scuse. Mi hanno detto che era intervenuto il tale e che era saltato tutto. Questa però non è censura di regime: è censura o sabotaggio dei mediocri, quelli che si svegliano e pensano a chi fregare per far piacere al capo, che sono quelli che oggi comandano in Italia. Non è regime, è una corte, e spiega il livello etico di questo Paese».Ricorda quel che è successo a Dario Fo in Rai«In effetti il mio doveva essere un omaggio a Dario. Lui tanti anni fa aveva fatto un pezzo a Canzonissima, è stato cacciato e poi è nato Mistero Buffo. Gli Anni Settanta devono ancora cominciare in Italia».Adesso che farà del suo pezzo?«E’ probabile che sabato sera lo mandi su Youtube, togliendo i paletti che mi ero messo perché ero consapevole che il Festival è un palcoscenico particolare».
dal Micromega di Repubblica.
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