giovedì 18 febbraio 2010

PALERMO, LA CGIL CANCELLA IL VOTO CONTRO EPIFANI

«Vizi formali? No, scelta politica», accusa Rinaldini
Si fa sempre più duro lo scontro in casa Cgil in vista del congresso che si terrà a maggio.
Dopo le polemiche provocate dal cambio della regola sulle modalità di elezione dei delegati dei pensionati, deciso con scelta unilaterale dalla maggioranza uscente, questa volta è il congresso della Fiat di Termini Imerese a gettare nuova benzina sul fuoco del confronto tra i fedelissimi del segretario generale Guglielmo Epifani e gli oppositori riuniti nella seconda mozione, sostenuta, tra gli altri, dai leader delle due categorie più forti tra i lavoratori attivi: il segretario della Funzione Pubblica Carlo Podda e il segretario dei metalmeccanici Gianni Rinaldini.
L'accusa, pesante, con cui la maggioranza deve fare i conti è quella di ricorrere a tutti i trucchi possibili pur di falsare in partenza l'esito congressuale. E' successo infatti che la commissione di garanzia della Cgil di Palermo ha annullato il congresso della Fiom di Termini Imerese, stravinto dalla seconda mozione con 461 voti contro 16, sulla base di presunti «vizi formali».
Due, in particolare, le contestazioni mosse: la commissione elettorale sarebbe stata eletta non all'inizio dei lavori congressuali, ma durante il loro svolgimento; inoltre, al momento dello spoglio delle schede non sarebbero stati presenti i rappresentanti della prima mozione, quella collegata a Epifani. Di conseguenza, il congresso dello stabilimento siciliano della Fiat dovrà essere rifatto. A partire da oggi e per due giorni le urne verranno quindi riaperte, mentre per domani è annunciata la presenza a Termini Imerese dello stesso Rinaldini. «Auspico che le lavoratrici e i lavoratori iscritti alla Fiom Cgil tornino tutti a votare, perchè non è possibile che qualcuno pensi, con una totale irresponsabilità politica, di escludere Termini Imerese dal congresso della Cgil», la replica del leader dei metalmeccanici, che contesta la decisione assunta dalla commissione di garanzia della Cgil di Palermo: «Un atto sbagliato, dettato - accusa Rinaldini - da scelte politiche di sostegno a una precisa mozione congressuale.
La verità è che il congresso della Fiom di Palermo è fortemente in bilico e così si sono inventati questa cosa». Altro che "vizi formali": «Quando c'è stata la decisione di eleggere la commissione congressuale non all'inizio dei lavori congressuali ma durante il loro svolgimento, erano presenti per la prima mozione Fausto Durante e Maurizio Landini», spiega ancora Rinaldini.
Quanto alla mancata presenza dei rappresentanti della prima mozione al momento dello spoglio delle schede, «non si sono presentati loro - sostiene Rinaldini - perché evidentemente avevano già deciso di fare ricorso». Lo dimostra il fatto che «l'operazione di spoglio è stata ritardata di un giorno proprio in attesa - sottolinea il segretario generale della Fiom - che quelli della prima mozione arrivassero. Dopodiché, visto che non si facevano vivi, abbiamo detto che il conteggio delle schede sarebbe stato effettuato lo stesso in forma pubblica, invitando tutti gli iscritti a essere presenti».
Giorgio Cremaschi, segretario nazionale Fiom, si dice tuttavia sicuro che il nuovo congresso di Termini Imerese confermerà il quasi-plebiscito in favore della seconda mozione e aggiunge:
«Se si annullano congressi di fabbrica dove si sono liberamente confrontate entrambe le posizioni, cosa si deve fare per tutti quei congressi nei quali è presente una sola mozione e nei quali l'assenza di controlli fa sì che la partecipazione al voto raggiunga livelli senza precedenti?
Adesso toccherà a tutta la Cgil andare a un chiarimento sulle zone opache che ci sono in questo congresso». Sono ben altri, infatti, gli episodi su cui la commissione di garanzia dovrebbe fare luce. Sul giornale online ilMegafonoquotidiano.it si citano alcuni esempi: «I lavoratori di Costa Crociere hanno svolto il congresso in nave ai Caraibi con la sola presenza della relazione di maggioranza», mentre «alla Carrefour della Romanina a Roma è accaduto qualcosa di più grave: il relatore di minoranza si è visto negare l'accesso al centro commerciale dai vigilantes allertati proprio dal funzionario Cgil di maggioranza».

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