giovedì 10 dicembre 2009

CRESCE LA POVERTÀ, IN PALESTINA MAI TANTE PROSTITUTE

Povertà e disoccupazione aumentano in Cisgiordania, Gaza e Gerusalemme Est, alimentate dalle restrizioni imposte all'economia palestinese dall'occupazione israeliana. Gli ultimi dati aggiornati li hanno dati ieri in una conferenza stampa a Gerusalemme i funzionari delle principali agenzie dell'Onu. E quando crescono fame e miseria, sono le donne a pagare il prezzo più alto. Uno studio condotto dall'Ong palestinese Sawa, con il sostegno di Unifem, ha rivelato che un numero crescente di donne palestinesi, a volte solo adolescenti, sono costrette a prostituirsi e finiscono nella rete di sfruttatori e trafficanti di esseri umani. Sawa chiede perciò al Consiglio legislativo palestinese di approvare rapidamente una legge che consideri le prostitute non «criminali» ma vittime del crimine organizzato.È la prima volta che viene effettuata una ricerca del genere sulla prostituzione palestinese, un fenomeno che esiste da tempo, ma rimasto limitato e che mai aveva assunto - secondo l'Ong palestinese - dimensioni tanto ampie.
Il rapporto, pubblicato in occasione della campagna globale contro la violenze sulle donne, prende in esame in modo particolare sei casi: due di genitori che hanno «venduto» le figlie, tre di traffico di esseri umani e infine quello di una prostituta. Le rotte dei trafficanti vanno dalla Cisgiordania in Israele e viceversa ma non escludono la Striscia di Gaza stretta nella morsa del blocco israeliano. Le donne costrette a prostituirsi finiscono in bordelli e appartamenti a Ramallah e in altri centri della Cisgiordania e, talvolta, anche in Israele e a Gerusalemme. Le donne spesso vengono registrate come operaie di imprese di pulizie in hotel e pensioni. A gestirle sono in gran parte dei casi ex prostitute, che lavorano per conto dei trafficanti, alle quali si rivolgono uomini d'affari ma anche giovani palestinesi. Non mancano peraltro prostitute arrivate dai paesi dell'Europa orientale.Sawa, oltre a chiedere l'intervento del Consiglio legislativo, avverte che la mancanza di uno Stato palestinese facilita il lavoro dei trafficanti di esseri umani. La polizia dell'Anp infatti non può condurre indagini ad ampio raggio poiché è costretta dalle restrizioni israeliane a operare in spazi territoriali limitati.su il manifesto del 10/12/2009

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