O ggi scioperano e manifestano le lavoratrici e i lavoratori metalmeccanici per difendere l'occupazione e la democrazia.L'occupazione, perché la scelta del Governo e della Confindustria è quella di scaricare i costi della crisi sul lavoro dipendente, in una prima fase con il licenziamento dei precari e, adesso, con la chiusura di stabilimenti, con dichiarazioni di esuberi e tentativi nei gruppi industriali più grandi di mettere i lavoratori gli uni contro gli altri, stabilimento contro stabilimento. Non è in discussione la gravità della crisi, ma il come affrontarla. Sapendo che il sistema industriale avrà anche la necessità di un processo di riconversione e d'innovazione che assuma il rapporto con l'ambiente come una nuova frontiera del futuro. Per questo abbiamo posto il blocco dei licenziamenti e l'estensione degli ammortizzatori sociali come condizioni per affrontare insieme le tematiche relative al futuro del sistema industriale. Ci hanno risposto che non è possibile perché le imprese avranno bisogno di licenziare!La democrazia, perché siamo di fronte ad una situazione paradossale: due organizzazioni sindacali minoritarie hanno disdettato il Contratto nazionale di lavoro dei metalmeccanici in vigore fino al 31 dicembre 2011 senza alcun mandato democratico e hanno presentato una piattaforma separata (senza sottoporla prima al vaglio delle lavoratrici e dei lavoratori) che cambia le regole della contrattazione. Si tratta di un'operazione senza precedenti, che di fatto consegna alle imprese la facoltà di stipulare accordi, che valgono per tutti i lavoratori, con le organizzazioni sindacali che presentano le proposte più convenienti per le aziende. Il Contratto non è di proprietà di alcune sigle sindacali, ma delle lavoratrici e dei lavoratori, ed è loro diritto esprimersi con il voto sulle intese che li riguardano.Occupazione e democrazia sono due questioni che parlano all'insieme del Paese. E' deleterio e pericoloso fare finta di non capire che stanno tentando di azzerare la dignità delle lavoratrici e dei lavoratori, riducendoli a soggetti senza voce. E' la condizione che vogliono determinare per affermare relazioni tra sindacato ed imprese fondate sulla complicità, come ha più volte dichiarato il Governo.Si vuole, in questo modo, chiudere la questione sociale, passaggio decisivo per imporre il progetto autoritario che attraversa l'insieme del Paese, e che ha per bersaglio i valori portanti della Costituzione.I metalmeccanici, con l'iniziativa di oggi, e con quelle che seguiranno lanciano un messaggio all'intero Paese per aprire una nuova fase, una nuova e diversa prospettiva.
Gianni Rinaldini, Segretario generale Fiom-Cgil
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