martedì 12 maggio 2009

RAZZISMO A LISTE UNIFICATE

Lega, Pd e socialisti si presentano uniti nella consultazione per le amministrative a Recoaro (Vicenza). Lo sono tanto nel programma («Valorizzare la cultura etnica»), quanto nel simbolo (il ramoscello d’ulivo vicino ad Alberto da Giussano).
Questo vergognoso inciucio racconta cosa cova nel ventre molle del Pd.
Che contrasta la Lega somigliandole il più possibile. E se Franceschini inveisce contro l’impronta razzista del governo sono però Fassino e Rutelli a fare scuola.
La «deriva identitaria» di Lega&Pd
Alberto BurgioNon alludiamo alle gesta dei sindaci e degli assessori-sceriffi targati Pd che perseguitano i «clandestini» con uno zelo degno di Tosi e Gentilini. E che - sia ben chiaro - hanno dato il loro bravo contributo alla deriva razzista che ci travolge. Oggi c'è, se possibile, di peggio. C'è che il Pd stringe alleanze organiche con la Lega di Borghezio e Maroni per le amministrative, presenta candidati sindaci con liste unitarie, disegna simboli elettorali nei quali l'elegante silouhette di Alberto da Giussano si accompagna, brando sguainato, all'irenica icona del ramoscello d'ulivo di prodiana memoria.È quanto accade a Recoaro, ridente località termale del vicentino, dove Lega e Pd si battono, fianco a fianco, per fare di Franco Perlotto il primo cittadino. Proprio così. Gli alfieri della Costituzione alleati dei rondisti pagani. Incredibile, ma vero. E alquanto imbarazzante. In verità, ai leghisti la cosa va benissimo. A Recoaro contavano poco o nulla. In questi dieci anni sono stati ai margini della vita politica, e questo accordo potrebbe rimetterli in gioco. Sono euforici, dopo lo «storico» respingimento in Libia degli ultimi invasori. Hanno celebrato, proprio a Vicenza, i gloriosi Stati generali del Nord. E ora scrivono senza remore che Perlotto è il candidato giusto per «portare il cambiamento che tutti stiamo aspettando». Sappiamo qual è. Se ne fidano - del Perlotto - perché lo sanno capace di «valorizzare la cultura etnica», di «rendere coeso lo spirito di appartenenza», di esaltare «la peculiarità della vita in contrada». Rilanciando il formaggio recoarese e gli «gnochi con la fioreta».No, l'imbarazzo corre tra le file democratiche, che vacillano e recalcitrano. Il coordinatore del circolo Pd di Recoaro ammette: l'unità di intenti con la Lega «può sembrare strana». Quindi chiarisce: per il «bene di Recoaro», questo e altro: bando a «divisioni, beghe, interessi di bottega!». Peccato che la questione stia proprio lì. In politica non ci si divide soltanto per biechi motivi personali, ma proprio per le diverse concezioni del bene comune. Perlotto minaccia di occuparsi anche degli scuolabus per le elementari di Rovegliana. Brivido. In che consisterà, al riguardo, il «bene di Recoaro»? Per riorganizzare il servizio Perlotto si consulterà con l'onorevole Salvini (quello degli «autobus per i negri»)? O chiederà all'onorevole Cota (quello delle «classi speciali per gli extracomunitari»)?Bene o non bene comune, Franceschini farebbe bene a spiegare come sia possibile tutto questo e che cosa ne pensino lui e il suo partito. Farebbe bene a dirlo anche l'onorevole Fiano, che attende impaziente la presa di posizione di Capezzone e Cicchitto sui deliri del Salvini: dica lui, piuttosto, come valuta le scelte dei suoi in quel di Recoaro.Dopodiché, c'è l'ultima perla. Insieme per il Perlotto non corrono solo democratici e leghisti, ma anche i socialisti di Nencini, quelli di Sinistra&libertà. Qui la nostra sorpresa diventa costernazione. Ma come, un pezzo della sinistra a braccetto coi razzisti? I socialisti di Bobo Craxi e De Michelis insieme ai seguaci del senatùr ? Lo sa il compagno Vendola? E non ha nulla da dire?L'anno scorso battibeccavamo sull'identità. Bei tempi, oggi lontani. Oggi, ci sono le elezioni, mica storie. Per un consigliere in più non si guarda a queste fisime, figuriamoci per un sindaco. Così vanno le cose in questa Italia berlusconizzata sino alle midolla. Lo sappiamo, ma tutto questo ci sembra vagamente osceno. E ci conferma nel convincimento che l'identità conta, è una cosa terribilmente seria. Per chi ce l'ha e anche per chi, purtroppo, l'ha persa da tempo.

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