domenica 8 marzo 2009

Uscire dalla discussione interna e tornare a far politica sul territorio.

Nominato commissario dalla direzione nazionale, ieri mattina si è presentato a Brescia Rifondazione: ecco Boghetta, il traghettatore«Il mio mandato? Uscire dalla discussione interna e tornare a far politica sul territorio»Una decisione è già stata presa: il partito si presenterà alle elezioni con il suo simboloLa prima mossa è di incontrare la Cgil per vedere le mosse anticrisi che sono state messe in atto.
dal Bresciaggi:
Ugo Boghetta, riminese di 57 anni trasferitosi a Bologna, convivente con tre figli, per dieci anni parlamentare di Rifondazione comunista e attuale responsabile delle politiche sul lavoro del partito, è entrato da ieri ufficialmente in possesso del mazzo di chiavi della sede del partito di via Eritrea. Nominato commissario il giorno prima dopo l’escalation di accuse e contro accuse tra la maggioranza vendoliana bresciana e la minoranza del segretario nazionale Paolo Ferrero, ieri mattina Boghetta ha provato a smussare le spigolature, presentandosi in modo distensivo con un mazzo di mimose in omaggio alla segretaria provinciale Gianna Rosa Baresi, la quale però non ha apprezzato in modo manifesto. «Sono stato inviato a Brescia per portare Rifondazione fuori dalla discussione interna e per farla ricominciare a fare politica sul territorio - afferma Boghetta -. Non è un caso, insomma, che in una delle zone più industrializzate d’Italia abbiano deciso di mandare una persone che si occupa di politiche del lavoro». La prima mossa che farà nei prossimi giorni sarà chiedere un incontro alla Camera del Lavoro per cercare di entrare in confidenza su quella che è la situazione bresciana e su come si stanno affrontando i problemi della crisi. Boghetta è consapevole che l’arrivo in qualità di commissario non facilita senz’altro le ricomposizioni interne al partito, ma questo è esattamente quanto si propone di fare. «Lavorerò affinché tutti i compagni e le compagne rimangano dentro Rifondazione – dice -. E a chi non lo farà, proporrò comunque di lavorare in modo unitario». Boghetta osserva che, ad eccezione di Terni, solo a Brescia si è arrivati al commissariamento. Da altre parti, anche dove i vendoliani erano maggioranza, o si sono adeguati alle indicazioni nazionali del partito o se ne sono andati. L’anomalia, insomma, era tutta bresciana. «Chi sta dentro Rifondazione, segue la linea del partito: è un problema democratico», afferma Boghetta. In settimana il commissario dovrà iniziare a (foto dell'ultimo cpf della segreteria uscente)occuparsi anche di cercare casa. «La decisione di commissariare Brescia è arrivata venerdì pomeriggio, questo per dire che fino all’ultimo siamo stati indecisi», osserva. Boghetta dovrà accompagnare il partito fino alle elezioni. Rifondazione si presenterà con un proprio simbolo anche alle provinciali (era uno degli oggetti del contendere tra vendoliani e ferreriani), ma c’è la massima apertura alle alleanze. «Il nostro simbolo ci sarà - sottolinea -: se riusciamo a costruire una coalizione tanto di guadagnato». Sulla non opportunità di fare coalizioni traballanti, Boghetta è chiaro: «La crisi è tale da suggerire l’unione delle forze». Ugo Boghetta sarà commissario della federazione bresciana fino a dopo le elezioni dopodiché si arriverà al rinnovo degli organismi dirigenti.

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