lunedì 30 marzo 2009

Referendum sull'accordo separato, in provincia di Brescia il 90 percento di no

Oltre 50mila votanti e il 90 per cento di no: è questo l'esito della consultazione referendaria in povincia di Brescia (esclusa la Valcamonica) promossa dalla Cgil sull'accordo separato del 22 gennaio scorso.
Innanzitutto una considerazione: in tempi di crisi e cassa integrazione sono state coinvolte oltre 1.300 realtà lavorative. Non poche. La partecipazione al voto dimostra quanto la democrazia e la possibilità di contare sulle decisioni degli accordi sindacali dovrebbe essere pratica normale. Noi lo abbiamo fatto, altri hanno preferito di no. Dove c'è stata la gestione unitaria, come a Brescia Trasporti, su 442 aventi diritto, i votanti sono stati 312, i no all'accordo 283, ovvero più del 90 percento. Sarà anche per questo che altri hanno preferito non consultare i lavoratori e le lavoratrici?
In allegato l'esito del
referendum sull'accordo separato in provincia di Brescia (esclusa Valcamonica)
Il referendum nelle maggiori aziende metalmeccaniche
Il referendum nella Funzione Pubblica
dati alla mano, la bocciatura è netta
Referendum accordo separato, a livello nazionale 3 milioni e mezzo di no
Dati alla mano, la bocciatura è netta. Sembra proprio che l'accordo separato per la riforma del modello contrattuale non piaccia a moltissimi lavoratori italiani (possiamo dire: alla maggioranza?). Oltre tre milioni e mezzo di persone hanno votato contro l'intesa del 22 gennaio, in una consultazione organizzata dalla sola Cgil. I votanti in totale sono stati 3.643.836, vale a dire il 71,05% di quanti si recarono alle urne nei posti di lavoro nell'ultima consultazione analoga: ma quella era unitaria, organizzata anche con Cisl e Uil, e si svolse nell'ottobre 2007.
CONTINUA

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