E non mi riferisco alla collocazione dei politici, alcuni dei quali, forse, sarebbe bene non perdessero di vista il senso della misura.
Mi riferisco alle ragioni alla base della festa, che magari, ad un occhio un po’ distratto o poco informato, possono essere apparse ripetitive e non molto diverse da altre feste.
Il saluto e l’omaggio all’unico Partigiano di Ospitaletto rimasto, alcuni passaggi a tema nelle parole degli oratori, oltre che nella significativa omelia, hanno aperto per fortuna spiragli sull’essenza della commemorazione.
Festa della Liberazione, della fine di una guerra devastante.
Festa di Pace e Libertà, ma che ha corso il rischio di essere snaturata, viziata da scelte e forzature che poco o nulla hanno a che vedere con questi principi.
Già il manifesto con il programma della cerimonia, fatto affiggere dall’Amministrazione Comunale a firma del Commissario Prefettizio dott. Naccari, riportava una frase dai risvolti sconcertanti: “Si chiede di sfilare con le sole bandiere delle Associazioni d’Arma e con il Tricolore”.
“Si chiede” non è un imperativo, è vero.
Ma che significato ha una simile richiesta?
E che tale richiesta sia ufficialmente assunta dall’Amministrazione Commissariale, subendo oggettivi condizionamenti?
Forse che la libertà di espressione, figlia dei valori del 25 Aprile, non possa esprimersi anche con striscioni o bandiere di associazioni, partiti, organizzazioni sindacali o espressione di valori universali?
Oltre al Tricolore, solo le bandiere delle Associazioni d’Arma hanno titolo?
Lo scorso anno, in occasione della Festa della Repubblica del 2 Giugno, partecipai alle celebrazioni con la bandiera della Pace, espressione di valori universali, checché ne dica chi si fa venir l’orticaria al sol vederla.
Mercoledì mattina, non l’ho fatto.
Non ci avevo pensato, ma se avessi notato subito quel passaggio che solo ora noto, l’avrei certamente portata con me.
Sventolare tale vessillo inneggiate alla Pace è forse diverso dalla recita della Preghiera per la Pace, effettuata nel corso della cerimonia nella Cappella del Cimitero?
Stonature, e non per colpa degli apprezzati elementi della Banda musicale ma per deliberate scelte frutto dei medesimi condizionamenti, anche nell’accompagnamento musicale, con l’esplicito divieto dell’esecuzione di Bella Ciao, canzone partigiana stoltamente ritenuta da qualcuno espressione di precise forze politiche, cantata, comunque, dai presenti con convinzione, come ben evidenziato nel resoconto.
In occasione del 25 aprile, trova certamente posto e l’ha trovato spontaneamente, e a buon diritto, un canto partigiano, più delle note, rispettabilissime ma fuori tema, della Canzone del Piave.
Encomiabile ed ineccepibile la partecipata presenza di tantissimi aderenti a tutte le Associazioni d’Arma, non così ineccepibile la regia.
Non si è avuta la premura di informarsi sul nome dell’oratore che sarebbe intervenuto in rappresentanza dell’ANPI provinciale; dimostrando scarsa memoria del programma definito, si è innescato un periocoloso
Ovviamente, striscione e rappresentanza sono rimasti dov’erano.
Un anziano signore, con coccarda tricolore e insegne di un’Associazione d’Arma, con semplici ma ferme parole ha fornito la migliore delle risposte:
“Questo striscione dovevate farlo dieci volte più grande e andava messo davanti a tutto! Fatelo dire a me che nel ‘45 c’ero e quei giorni li ho vissuti!”.
Daniele Pigoli, commento su Ospitaletto.org del 27 aprile 2012
Nessun commento:
Posta un commento