
All’arrivo in Piazza il corteo ha sostato davanti alla
stele che ricorda le vittime della strage del 1974, un omaggio doveroso, a
distanza di pochi giorni dalla recente sentenza di assoluzione per gli imputati
che ancora una volta ha detto dell'incapacità dello Stato di ottenere una
verità anche giudiziaria sulla strage di Brescia.
Non per questo Brescia
dimentica, il mondo del lavoro in particolare, ricordando che quella tragica
mattina di 38 anni fa il terrorismo prese si mira proprio una
manifestazione sindacale.
A
prendere per primi la parola dal palco del Primo Maggio sono due
lavoratori: Giovanbattista Cò dell’Alfa Acciai e Katia Fratus ex dipendente di
un’azienda tessile bresciana: danno voce alle difficoltà che migliaia di
lavoratrici e lavoratori bresciani si trovano a vivere, tra l’incertezza del
presente e le speranze per il futuro.
La crisi
economica globale in corso da oramai quattro anni sta avendo effetti
particolarmente pesanti anche su Brescia. Migliaia di posti di lavoro sono
stati bruciati e anche in una provincia come la nostra - comunque una delle più
ricche del Paese - i dati sulla cassa integrazione, le liste di mobilità, la
precarietà sempre più diffusa raccontano di una situazione molto difficile per
decine di migliaia di famiglie.
“Rimettere
al centro il lavoro, la crescita e la necessità di mantenere le conquiste
del mondo del lavoro – la festa del Primo Maggio proprio questo ricorda –
è il primo passo necessario da compiere per ricominciare a guardare con
ottimismo al futuro del Nostro Paese e delle nuove generazioni”chiude la segretaria generale nazionale dello Spi-Cgil Carla Cantone.
Nessun commento:
Posta un commento